I sindaci di Messina e Crotone (Cateno De Luca e Vincenzo Voce) insieme con i primi cittadini di Napoli, Monte di Procida, Procida, Sant'Agnello Vico Equense, Termoli e Pozzallo, hanno concordato di inviare un documento congiunto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, chiedendo «di intensificare tutti gli sforzi, anche diplomatici, per riportare alle loro case» i marittimi imbarcati da oltre un anno, e bloccati al largo di Huanghua, nord est della Cina, dal 29 giugno. Nell'equipaggio della Mba Giovanni, del quale fanno parte sei marittimi italiani e 13 filippini, c'è anche anche il messinese Alessio Aliberti, 35 anni, secondo ufficiale di coperta. Su un'altra nave bloccata in Cina, la "Antonella Lembo" c'è il crotonese Michele Cardamone, 22 anni, uomo di macchina. Ognuno dei sindaci ha anche registrato un videomessaggio da pubblicare sul web per manifestare la vicinanza ai propri concittadini.
La decisione è stata presa al termine di un incontro che si è svolto in videoconferenza e che ha visto la partecipazione dei sindaci dei Comuni che annoverano tra i propri cittadini i marittimi bloccati in Cina sulle navi "Antonella Lembo" e "MBA Giovanni" al largo del porto di Huanghua. Nel corso dell’incontro de Magistris ha informato i colleghi dei «fitti contatti ufficiali» che ha avuto, da settimane, con il ministero degli Esteri «per sollecitare l'individuazione di ogni strumento utile per assicurare il rapido ricongiungimento dei marittimi alle loro famiglie».
Le parole del sindaco De Luca
Insieme ai miei colleghi sindaci di Napoli, di Monte di Procida, Procida, Sant'Agnello Vico Equense, Termoli, Pozzallo e Crotone coinvolti in questa vicenda, porterò all'attenzione del governo la vicenda della Mba Giovanni che dal 27/12/2019 ha a bordo 19 marinai di cui 6 italiani e tra questi il nostro concittadino messinese Alessio Aliberti secondo Uff. di navigazione presso il gruppo M.Bottiglieri ( armatore di Napoli). Con i miei colleghi sindaci oggi abbiamo deciso di redigere una nota a firma congiunta per il presidente del Consiglio e sarà nostra cura tenere alta l'attenzione su questa vicenda fino a quando tutti i componenti dell'equipaggio torneranno nelle loro case.
Il 2 dicembre l'intervento delle Nazioni Unite
Il 2 dicembre, una risoluzione adottata dalle Nazioni Unite, con il voto unanime dei 193 Paesi, ha esortato a riconoscere i marittimi come «lavoratori chiave», con la speranza di spianare la strada per il rientro a casa per circa 400 mila di loro bloccati in mare a causa della pandemia di Covid-19. La risoluzione invita i governi a consentire «il rimpatrio dei marittimi bloccati e ad altri di unirsi alle navi» secondo i protocolli sicuri contro il Covid-19. E’ un tema che investe da vicino anche l’Italia: in particolare la nave italiana Mba Giovanni dell’armatore Michele Bottiglieri. La nave non può scaricare il carbone imbarcato in Australia per via di una controversia tra Canberra e Pechino, né avvicendare l’equipaggio a causa del Covid. A bordo c'è fra gli altri Giuseppe Pugliese, 42enne di Monte di Procida, che non vede moglie e figli da 14 mesi: l’ultima volta che li ha abbracciati era l’ottobre del 2019. Ma per gran parte dell’equipaggio il periodo d’imbarco supera gli 11 mesi ed è arrivato anche al triplo di quanto normalmente consentito in era pre-Covid.
La International Chamber of Shipping, con sede a Londra e che rappresenta l’80% della flotta mercantile, ha accolto con favore la risoluzione. «Questo è un passo significativo nel riconoscere il ruolo cruciale che due milioni di marinai svolgono nel trasporto di alimenti, medicine, forniture energetiche e altre materie prime essenziali in tutto il mondo nel pieno di una pandemia globale», si legge in una nota. L’industria marittima spera inoltre che la qualifica consentirà ai marittimi di essere tra i gruppi prioritari per beneficiare dei futuri vaccini contro il virus.
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