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Dramma Goggia, frattura composta. Addio ai Mondiali di Cortina

Gran brutta botta per l'Italia proprio alla viglia dei Mondiali di casa a Cortina d’Ampezzo: si è infortunata Sofia Goggia, la campionessa azzurra di maggior prestigio, quella che nei pronostici di tutti gli esperti era destinata a vincere almeno una medaglia, probabilmente la più prestigiosa di tutte cioè l’oro in discesa, e che invece a Cortina non ci sarà proprio. La diagnosi dopo tac e risonanza magnetica alla clinica La Madonnina di Milano parla di frattura composta del piatto tibiale del ginocchio destro, Niente intervento chirurgico ma fisioterapia e riposo per 45 giorni.

Sofia è caduta mentre da sola stava tornando sugli sci al parcheggio di fondovalle in zona traguardo dopo l’annullamento per nebbia del superG in programma a Garmisch. Erano circa le 12,30 e l’azzurra stava rientrando usando la pista laterale a quella di gara Kandahar che serve per il riscaldamento e per il rientro degli atleti. Non si sa cosa esattamente abbia provocato la caduta dell’italiana ma con ogni probabilità è stata tradita dalla fittissima nebbia che aveva non a caso portato all’annullamento della gara con rinvio a lunedì: è finita in un cumulo di neve fresca perdendo anche il casco. Il suo è stato un dolore forte tanto da farle temere la rottura dei legamenti del ginocchio destro, come lei stessa ha detto a chi le è stato vicino. Soccorsa dal personale di pista l’azzurra è stata portata a valle con il taboga e per le prime visite mediche con valutazioni al momento meno drammatiche di quelle temute dall’atleta: trauma distorsivo. Poi immediatamente è stata presa la decisione di farla rientrare in Italia, a Milano, per controlli più approfonditi da parte dell’equipe del dottor Andrea Panzeri , responsabile della commissione medica Fisi, con il suo predecessore prof. Herbert Schoenhuber. Per un pò si è tentato di farla trasportare in elicottero ma l’implacabile nebbia tedesca lo ha impedito. E così Sofia - verso le 15,30 - è stata portata in auto verso il capoluogo lombardo, accompagnata dal medico al seguito della squadra. E’ un viaggio lungo passando prima in Austria sino ad Innsbruck, per poi entrare in Italia dal Brennero, scendere sino a Verona sull'A22 e poi puntare su Milano: è un lungo viaggio di 460 km e di quasi cinque ore. Prima di arrivare ad Innsbruck è stato però possibile organizzare un elicottero che da lì la portasse a Linate dove è atterrato verso le 20,30. Gli esami a Milano - nella clinica la Madonnina dove Sofia è stata ricoverata per ragioni organizzative e non all’Istituto Galeazzi , come si credeva in un primo momento - hanno dato rapidamente il responso. Prima dell’incidente Sofia era in forma strabiliante, reduce infatti in discesa da ben quattro vittorie consecutive, un filotto degno solo della sua agende amica ed ex avversaria Lindsey Vonn. Bergamasca di 28 anni, figlia di una famiglia della buona borghesia, buoni studi, Sofia è ormai da tempo un vero personaggio di primo piano nel circo bianco. E questo non solo per il suo oro olimpico, i suoi 32 podi e el sue 11 vittorie ma per la sua sciata coraggiosa e sempre al limite, da batticuore in ogni curva ed in ogni salto. A Cortina il programma di Sofia prevedeva certamenete di gareggiare nel superG di martedi 9 febbraio e poi ovviamente nella discesa di sabato 13 e nel gigante di giovedì 18: tre gare in tre diverse discipline ed in tutte protagonista, capace di portare all’Italia una medaglia.

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