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Messina, caso Red Ronnie: Un teatrino offensivo che non ci meritavamo

Messina è quella città in cui faccende piuttosto serie vengono frequentemente tramutate in burle, in farse o in teatrini, buoni per quello che il sindaco definisce il suo “palinsesto”. La scarsa visibilità del museo regionale e dei suoi Caravaggio (ma c’è molto altro), così come il tema del Green pass, sono certamente faccende serie.
Il teatrino messo in piedi da Red Ronnie, spalleggiato da colui che è diventato lo showman di punta del noto e controverso critico musicale, no, non lo è affatto. E che sia diventato argomento di discussione in una città che di argomenti su cui confrontarsi ne avrebbe eccome, rappresenta plasticamente una china non certo esaltante che ha intrapreso il dibattito pubblico.
Volendo riaffermare un certo pessimismo cosmico da cui Messina e i messinesi sembrano atavicamente non riuscire ad affrancarsi, verrebbe da dire che forse è questo ciò che ci meritiamo. Però un sussulto d’orgoglio ci fa ancora dire che no, le prese in giro non le meritiamo e men che meno sentiamo il bisogno di certe gratuite offese.
Inutile girarci attorno, la sceneggiata di mercoledì mattina di fronte all’ingresso del museo questo era, un’offesa gratuita, non certo un ben congegnato spot per le bellezze di un fin troppo trascurato museo regionale. Volerci convincere di questa affannata tesi è un insulto all’intelligenza di chi sa distinguere, appunto, le faccende serie dalle burle.
A far più male, però, è il fatto che ad assecondare tutto questo sia stato il sindaco (colui che, peraltro, ebbe a dire qualche settimana fa «il green pass l’ho inventato io»), disposto, pur di salvare la faccia al suo nuovo amico Red, ad ammettere di non essere riuscito, in questi tre anni – lui che della comunicazione (a modo suo) fa un punto di forza –, a comunicare fuori da Messina quanti tesori culturali porti in dote la città che amministra.
Discutiamo di questo, c’è in Giunta un assessore, Enzo Caruso, autenticamente innamorato del tanto che Messina offre e però non sa valorizzare. E a proposito di Red Ronnie, discutiamo, se vogliamo, della ricerca di giovani talenti musicali in città e non solo, cosa buona e giusta. Questo è il mestiere del “barone rosso” e a questo sarebbe meglio che si limitasse, per i messinesi e non solo. Le sceneggiate, però, lasciamole fuori, ché da queste parti ne abbiamo già viste abbastanza.

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