Non c'è un vero e proprio allarme, ma la guerra in Ucraina potrebbe comunque penalizzare il cedro, uno dei prodotti di nicchia dell’agricoltura calabrese. Questo particolarissimo agrume aveva trovato una formidabile testa di ponte verso l’immenso mercato russo grazie alla predilezione dei rabbini che nella fascia tirrenica cosentina, in cui si concentra la produzione calabrese, ogni anno prelevano i frutti necessari per i riti del Sukkot, una delle feste principali della religione ebraica. Nella «riviera dei cedri» operano circa 300 produttori su oltre 90 ettari coltivati. La coltura, molto sensibile al freddo, trova in questa zona, come avviene per il bergamotto nel Reggino, un microclima ideale, quasi esclusivo in Europa. Qui la produzione raggiunse la sua massima espansione negli anni trenta del secolo scorso con 80.000 quintali commercializzati. L’aggressione della speculazione edilizia ridusse poi la superficie coltivata ed il fatturato ad essa collegato. Negli ultimi anni, grazie anche all’impegno del Consorzio del cedro di Calabria, che associa i 300 produttori del comprensorio, si è registrata un’inversione di tendenza. La produzione oggi è attestata fra i 7.500 e i 15.000 quintali secondo l’annata. Cifre ancora poco rilevanti che vanno incrementate. Si punta ad almeno 40.000 quintali di prodotto commercializzato all’anno ed è per questo che si punta molto sulla richiesta proveniente dall’estero. L’intero ciclo, dalla raccolta alla trasformazione, impegna oggi migliaia di persone fra addetti alla trasformazione, alla ristorazione, all’industria cosmetica e a quella farmaceutica. Il cedro è impiegato in tutta la gamma cosmetica, dal bagnoschiuma agli shampoo. Grazie alle sue proprietà mediche, richiama anche l’interesse delle industrie farmaceutiche perchè aiuta a prevenire l’eccesso di colesterolo e il diabete. Russia e Ucraina sono al momento mercati di nicchia: ogni anno, in primavera e in estate, i rabbini russi e ucriani raggiungono la Calabria per acquistare i cedri locali, attratti dalle loro qualità particolari che li rendono preferibili alle varietà reperibili in altri paesi produttori. Il cedro calabrese finisce così in tutti i posti del mondo in cui sono presenti comunità ebraiche.