Sei condanne, con pene ridotte ed esclusione di singoli capi di imputazione, ed un'assoluzione piena per il gruppo mafioso di Reggio-sud riconducibile alla 'ndrina Labate colpito dalla Procura antimafia e dall'Arma dei Carabinieri con l'operazione “Cassa continua”. La Corte d'Appello di Reggio Calabria (il collegio della seconda sezione penale presieduto dalla dottoressa Olga Tarzia) ha assolto Demetrio Cassalia “perché il fato non sussiste”; e condannato Massimiliano Latini, 4 anni di reclusione+17.333 euro di multa; Antonio Laurendi, 11 anni, 1 mese e 25 giorni di reclusione; Vincenzo Laurendi, 1 anno e 8 mesi di reclusione; Francesco Toscano, assolto dall'associazione mafiosa “per non avere commesso il fatto” e condannato a 5 anni di reclusione+20mila euro di multa; Paolo Falco, 10 anni; Antonio Ventura, 1 anno e 10 mesi. Tutti gli imputati avevano chiesto in primo grado il processo con rito abbreviato, quindi beneficiando della riduzione di un terzo della pena. La Corte d'Appello ha indicato “in giorni 90 il termine per il deposito dei motivi nella cui pendenza sospende i termini delle misure in atto”. Tra le decisioni dei Giudici di piazza Castello spicca l'assoluzione parziale, inerente la principale e più grave imputazione, a carico di Francesco Toscano, difeso dall'avvocato Corrado Politi che commenta: “Senza trionfalismi ritengo giusta l'assoluzione dalla contestazione associativa mafiosa nel ruolo di partecipe, in quanto la Corte non si è lasciata influenzare dal rapporto parentale, essendo il figlio di Pietro Toscano ritenuto nell'attuale impostazione accusatoria esponente storico della famiglia Labate”.