
Un costone è crollato a Montefiascone, in provincia di Viterbo, nei pressi del ristorante-pizzeria "Miralago". Il proprietario, il 72enne Paolo Morincasa, è deceduto mentre un altro è stato trasferito all’ospedale di Belcolle di Viterbo in codice rosso per trauma cranico e trauma toracico..
A poche ore dalla tragedia emergono nuovi particolari sulla dinamica dell’incidente. La frana, come si pensava in un primo momento, non ha interessato una cantina attigua al ristorante, ma la cucina stessa del locale che cedendo ha sepolto il ristoratore e il cuoco del suo ristorante. In particolare sembra che il cedimento della parete sia dovuto a dei lavori di ampliamento del locale, ancora in corso come testimonia la presenza di mezzi pesanti, compresa una ruspa. Subito dopo la frana sul posto è arrivata anche la Pm della procura di Viterbo, Eliana Dolce che avrebbe aperto un fascicolo per omicidio colposo presumibilmente nei confronti della ditta che sta eseguendo i lavori.
Sono stati i vigili del fuoco di Viterbo a salvare la seconda persona che si trovava nella cucina al momento del crollo. I vigili, infatti, guidati dalle sua grida hanno scavato addirittura con le mani per tirarlo fuori. La terza persona di cui inizialmente si era parlato è un altro dipendente del ristorante che, sentendo gli scricchiolii prima della frana si è precipitato fuori salvandosi. Presente sul posto anche la sindaca di Montefiascone. «Una tragedia immane - ha commentato - tutta l’amministrazione comunale è vicina ai familiari delle vittime».
Morincasa viene descritto come un gran lavoratore, «sposato, con due figli, un uomo e una donna. Quest’ultima gestisce un’altra attività, di take-away, qui vicino. Ha due nipoti». L’attività di ristorazione l’aveva da 40 anni. «Un grande imprenditore, siamo clienti reciproci, ha sempre lavorato tantissimo» - ha detto Giovanni, un amico dell’uomo deceduto - «una persona eccellente. Siamo tutti scossi». Un’altra donna, che dalle transenne osserva addolorata i carabinieri svolgono il loro lavoro, riesce a dire soltanto che Paolo era «un’istituzione per tutto il paese, aveva l’attività da più 40 anni». E poi una frase che viene ripetuta come fosse un mantra: «non doveva succedere, non doveva succedere».
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