Tutti a giudizio gli indagati della maxi retata “Nuova linea”, l'inchiesta della Procura antimafia e dell'Arma dei Carabinieri che ha raso al suolo le generazioni moderne delle ’ndrine “Nasone-Gaietti” di Scilla. Il Gup di Reggio Calabria, Valerio Trovato, dopo aver stralciato la posizione per difetto di notifica dell'ex consigliere Girolamo “Gigi” Paladino, ha disposto il processo con rito ordinario per 20 persone, che si ritroveranno in Tribunale collegiale (presidente Fabio Lauria) il 19 settembre; proseguiranno con rito abbreviato 20 imputati. Estranei ai componenti dell'ala militare e delle nuove linee delle cosche di Scilla, tra chi andrà a processo con rito ordinario ci sono anche l'allora sindaco di Scilla, Pasqualino Ciccone, e il fratello Gaetano Ciccone (anche lui in passato primo cittadino). Tra i 17 imputati in abbreviato spicca la posizione di Giuseppe Fulco: secondo le conclusioni del pool antimafia «appena ritrovata la libertà nel novembre 2018, dopo quasi due decenni vissuti in galera, e nonostante fosse limitato dalla misura di prevenzione della Sorveglianza speciale, avrebbe assunto il ruolo direttivo ai vertici dei “Nasone-Gaietti”». L'accusa è rappresentata dalla triade di Pubblici ministeri della Dda di Reggio Calabria - Walter Ignazitto, Diego Capece Minutoli e Nicola De Caria - che ha coordinato l'indagine dell'Arma dei Carabinieri. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio