Mercoledì 04 Dicembre 2024

Giornali a scuola, ecco le novità in Finanziaria: è legge la semplificazione annunciata a Messina da Barachini

La disinformazione è il pericolo numero uno: a ribadirlo, mettendo in guardia governi e stakeholder, è il report Global Risks 2024 del World Economic Forum sui rischi globali che incombono sull’umanità. E in cima alla lista c’è per l’appunto la disinformazione che, come spiega il Vocabolario Treccani on line, è innanzitutto la diffusione intenzionale di notizie o informazioni inesatte o distorte, allo scopo di influenzare le azioni e le scelte di qualcuno. Ed è anche la - non meno grave - mancanza o scarsità di informazioni attendibili su un determinato argomento e specialmente su fatti e avvenimenti sui quali si dovrebbe essere informati. Dunque, da un lato la diffusione di informazioni errate, dall’altro la mancanza di informazione: in entrambi i casi, condizioni che impediscono al grande pubblico di valutare, comprendere, decidere, scegliere consapevolmente. A descrivere le ragioni per le quali la disinformazione è un pericolo è proprio il report del WEF, l’Organizzazione Internazionale per la Cooperazione Pubblico-Privato i cui componenti si trovano riuniti fino a domani a Davos per il meeting internazionale che coinvolge 60 leader politici e migliaia di aziende e enti. Un compito arduo, dunque, in tempi di disintermediazione, social “media” e intelligenza artificiale, quello volto da un lato a far comprendere al grande pubblico cosa è un’informazione certificata e dove e come trovarla. Dall’altro, non meno sfidante è il compito di saperla produrre, questa informazione “vera”. Particolarmente meritorio diviene perciò l’impegno di chi promuove l’incontro tra l’informazione di qualità e chi la sta cercando (anche se ancora talvolta non lo sa...): e ancor più meritorio è l’impegno a promuoverla nell’ambiente scolastico, quello nel quale vige fortemente (e fortunatamente) il diritto-dovere di apprendimento attraverso quello strumento eccezionale che è la lettura, e nel quale anche grazie a ciò si formano personalità, competenze, orientamento, attitudine all’approfondimento e alla comprensione della realtà. Ed ecco che la lettura del giornale in classe diventa uno strumento formidabile di conoscenza e decodifica della realtà, elementi indispensabili per maturare il diritto-dovere alla partecipazione sociale, sin dai banchi di scuola. Un vero e proprio oggetto prezioso, un “gioiellino”, quel fascio colorato di fogli stampati, frutto di una filiera produttiva che oggi - soprattutto nell’editoria cartacea - somiglia sempre più ad una “missione” umanitaria che ad un’attività d’impresa e che necessita del più ampio sostegno, per continuare a garantire informazione di qualità, nella sostanza e anche nella forma.Ed è proprio la scuola uno dei luoghi nei quali può essere più proficuo l’incontro tra i giornali e il pubblico, che non è solo studentesco, ma l’intero piccolo grande universo delle comunità scolastiche: famiglie, docenti, personale. E da oggi questo meccanismo potrà funzionare meglio: nella Legge di bilancio appena esitata è stata infatti varata la modifica fortemente voluta dal sottosegretario all’Informazione e all’Editoria Alberto Barachini, condivisa e approvata dal Parlamento, che semplifica le procedure di accesso delle scuole ai rimborsi governativi per l’abbonamento a quotidiani e riviste. L’annuncio era stato dato dallo stesso Barachini nello scorso novembre a Messina, durante l’inaugurazione della GDS Academy di Società Editrice Sud. Barachini: conoscere per scegliere «La consapevolezza è indispensabile per comprendere il mondo in cui viviamo, per fare la propria parte, per scegliere. - evidenzia l’esponente del Governo Meloni - E alla base della consapevolezza ci sono la formazione culturale e l’informazione. Per questo ho voluto fortemente che venissero semplificate al massimo le procedure per ricevere i contributi per le scuole e la platea degli Istituti fosse più ampia. E la norma contenuta nella Legge di Bilancio 2024 va proprio in queste due direzioni. Il mio slogan è #crescereconlenews, perché ci evolviamo avendo coscienza di cosa accade intorno a noi e nel mondo oramai sempre più “vicino” per tutti, perché ogni volta che un’informazione ci raggiunge ci obbliga ad approfondire molteplici aspetti della realtà ed infine perché il confronto tra diversi modi di raccontare le cose ci aiuta ad essere aperti». Morgante, impegno per i giovani «Si tratta di una misura particolarmente significativa, che sostiene il pluralismo e consente agli Istituti scolastici di accedere più agevolmente all’informazione di qualità - osserva il presidente e direttore editoriale di Società Editrice Sud Gazzetta del Sud Giornale di Sicilia Lino Morgante - Un ringraziamento va al Governo, che ha recepito molti dei suggerimenti della Fieg, negli ultimi anni in prima linea su più fronti, e al DIE che è al fianco delle realtà editoriali no profit. Ses, nel solco della missione della Fondazione Bonino Pulejo, azionista di riferimento, è da sempre molto impegnata nel promuovere l'informazione di qualità in particolare tra le giovani generazioni siciliane e calabresi, alimentandone l'interesse all'attualità e lo spirito critico e puntando a costruire un pubblico attento e consapevole, risorsa indispensabile per la sopravvivenza stessa dell’impresa editoriale». Ses, con le sue testate, è una presenza consolidata da tempo negli istituti siciliani e calabresi, in sinergia con gli uffici scolastici delle due regioni: il Giornale di Sicilia dedica alle scuole dal 2019 l’inserto GDScuola, dopo la proficua esperienza di Cronache in Classe, mentre Gazzetta del Sud dal 1996 offre al suo pubblico l’inserto Noi Magazine, che da sempre approda sui banchi delle scuole siciliane e calabresi e che dal 2019, con il progetto “Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine” e la GDS Academy, ha creato un format originale, basato sulla lettura e scrittura responsabile e sull’interazione costante delle scuole con la redazione nella produzione dei contenuti, coinvolgendo anche il mondo universitario nella partecipazione e nell'interesse all'attualità. Le novità legislative in dettaglio Con il comma 320 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2024, si unificano i due contributi previsti dall’articolo 1, commi 389 e 390, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, a favore delle istituzioni scolastiche e di studentesse e studenti per l’acquisto di abbonamenti a quotidiani, periodici e riviste scientifiche e di settore. In particolare, i commi 389 e 390 hanno visto dal 2020 ad oggi l’emanazione di bandi annuali da parte del Dipartimento per l’informazione e l’editoria, attraverso cui rimborsare fino al 90% dei costi sostenuti dalle scuole, statali e paritarie, per l’acquisto di abbonamenti e, più in generale, di prodotti editoriali utili alla didattica. Lo scorso 16 gennaio si è chiuso il termine per la presentazione delle domande inerenti i bandi per le spese sostenute nel 2023. Il prossimo bando per il 2024, quindi, sarà regolamentato dalla nuova norma. Prima della legge di bilancio 2024 l’articolo 1, comma 389, della legge n. 160/2019 era destinato alle scuole di ogni grado di istruzione e prevedeva l’acquisto di abbonamenti a riviste di settore e periodici; l’articolo 1, comma 390, della medesima legge era riservato alle scuole secondarie di primo grado e prevedeva anche l’acquisto di abbonamenti ai quotidiani; solo gli istituti comprensivi potevano presentare domanda per entrambi i contributi. Un bando unico per tutte le scuole Con la disposizione inserita nella Legge di Bilancio 2024 si consente anche alle scuole secondarie di secondo grado di richiedere il contributo per l’acquisto di abbonamenti ai quotidiani (finora escluso) e si semplificano le procedure amministrative da parte degli istituti scolastici per la gestione degli acquisti, al fine di rendere più agevole l’accesso alla misura e, quindi, più efficace la destinazione di tali risorse. Con decreto del Capo del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri sarà emanato il bando annuale per l'assegnazione di tale contributo. Dunque non più due bandi, ma un bando unico per tutte le scuole e per tutti i prodotti editoriali previsti (giornali, periodici e riviste scientifiche, in formato cartaceo o digitale). In particolare la modifica prevede la possibilità per gli istituti, statali e paritari, di tutti i gradi di istruzione, di acquistare abbonamenti a prodotti editoriali senza specifiche indicazioni circa l’adozione di programmi di educazione alla lettura (prima della Legge di Bilancio 2024 il comma 390 della legge 27 dicembre 2019, n. 160 prevedeva che per accedere al contributo le scuole secondarie di primo grado dovessero garantire di adottare “…programmi per la promozione della lettura critica e l’educazione ai contenuti informativi nell’ambito dei Piani per l'offerta formativa…”). La modifica si è resa necessaria in quanto - come spiega il Dipartimento Informazione e Editoria - dopo il primo triennio di applicazione della misura (2020/2022), si è rilevato che l’accesso all’acquisto di quotidiani riservato alle sole scuole secondarie di primo grado e l’obbligo di adottare specifici programmi di lettura critica da inserire nei Piani triennali per l’offerta formativa (PTOF), riducevano fortemente l’efficacia della misura. Le scuole, infatti, pur avendo manifestato interesse all’acquisto di prodotti editoriali, dovendo attivare procedure amministrative aggiuntive, comunque gravose, e coordinare i diversi organismi della scuola, hanno spesso rinunciato a richiedere il contributo. Dunque, le scuole potranno certamente attivare programmi di lettura critica - e ciò è fortemente auspicabile per accompagnare nel migliore dei modi l’arrivo del giornale in classe - ma ciò non costituisce più requisito necessario per l’accesso ai contributi, che dunque verranno erogati in maniera più ampia. Carta “Io studio”, modificati i servizi La Legge di Bilancio 2024 ha disposto l’abrogazione del comma 391 della legge 27 dicembre 2019, n. 160 che prevedeva la possibilità, per gli studenti censiti nell'Anagrafe nazionale studenti che frequentano le scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie e partecipano a programmi per la promozione della lettura critica e l'educazione ai contenuti informativi nell'ambito dell'istituzione scolastica di appartenenza, di concorrere, per il tramite delle medesime istituzioni scolastiche, all'assegnazione di un contributo per l'acquisto di abbonamenti a quotidiani o periodici, anche in formato digitale, accessibile mediante piattaforma di erogazione voucher in forma virtuale associata alla Carta dello Studente "IoStudio", di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 63, secondo le modalità e i limiti di importo stabiliti dal decreto di cui al comma 392. L’abrogazione di tale comma - spiega sempre il DIE - discende dall’impossibilità, ad oggi, di dare applicazione alla misura in esso prevista a causa delle difficoltà operative collegate alla carta IoStudio.

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