La proposta di accordo di Hamas "è inaccettabile" ma una delegazione israeliana andrà al Cairo nelle prossime ore per condurre «una valutazione sulla capacità di Hamas di cambiare le sue posizioni». Lo ha detto una fonte israeliana citata dai media. Già ieri il Gabinetto di guerra aveva definito la proposta di accordo della fazione islamica « lontana dai requisiti necessari per Israele».
Intanto, i carri armati di Israele sono entrati a Rafah, nel sud di Gaza, e Idf ha preso il controllo del valico di frontiera con l’Egitto, operazione che, secondo le Nazioni Unite, chiude l’accesso al passaggio umanitario chiave. I video dell’esercito mostrano carri armati israeliani che prendevano «il controllo operativo» del lato palestinese del valico di frontiera, in uno spiegamento che aveva una «portata molto limitata contro obiettivi molto specifici».
Il governo egiziano ha condannato «nei termini più forti» il controllo israeliano sul lato palestinese del valico di frontiera di Rafah, l’unico che non è controllato da Israele e confina con l’Egitto. In una nota, il ministero degli Esteri al Cairo ha definito la mossa una «pericolosa escalation che minaccia la vita di più di un milione di palestinesi che dipendono da questo valico come principale mezzo di sussistenza, come uscita sicura per i feriti e l’ingresso delle cure per i malati e per l’accesso degli aiuti umanitari ai fratelli palestinesi a Gaza».
Il portavoce dell’Ufficio umanitario delle Nazioni Unite, Jens Laerke, ha dichiarato che Israele ha negato l’accesso sia a Rafah che a Kerem Shalom - l’altro principale valico di Gaza per gli aiuti, al confine con Israele - con solo «un giorno di carburante disponibile» all’interno del territorio assediato. Se non si consentisse l’ingresso del carburante, «sarebbe un modo molto efficace per mettere nella tomba l’operazione umanitaria», ha avvertito.
Ieri sera Hamas ha dichiarato di aver informato l’Egitto e il Qatar della sua «approvazione della loro proposta di cessate il fuoco» nel conflitto, spingendo la folla ad applaudire per le strade di Rafah. L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che la proposta era «lontana dalle richieste essenziali di Israele», ma il governo avrebbe inviato dei negoziatori per i colloqui «per esaurire il potenziale per arrivare a un accordo».
Nel frattempo, ha aggiunto, «Israele sta continuando l’operazione a Rafah per esercitare una pressione militare su Hamas al fine di far avanzare il rilascio dei nostri ostaggi e gli altri obiettivi della guerra». Il Qatar ha dichiarato che oggi invierà una delegazione al Cairo per riprendere i negoziati nella «speranza che i colloqui culminino nel raggiungimento di un accordo per un cessate il fuoco immediato e permanente nella Striscia».
L’allarme internazionale è cresciuto costantemente sulle conseguenze di un’invasione di terra israeliana a Rafah. Il ministero degli Esteri egiziano ha avvertito di «gravi rischi umanitari» per l’oltre un milione di civili che si rifugiano a Rafah e ha esortato Israele a «esercitare la massima moderazione». Ieri in una conversazione con Netanyahu il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ribadito «la sua chiara posizione» contraria a un’invasione della città, ha detto la Casa Bianca.
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