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Ponte sullo Stretto, Ciucci: «Il dibattito conflittuale ci sta, ma no agli insulti o a chi parla di “frode”»

E il prof. Borri (Comitato scientifico) difende la validità del progetto

«Non c’è nessuna decisione di assumere iniziative legali nei confronti dell’on. Angelo Bonelli o di altri. Ma se arrivano insulti, o si parla di truffa e frode di Stato, dovremo difenderci, a tutela di chi lavora alla “Stretto” e di chi è impegnato nel progetto del più grande sistema infrastrutturale in Italia». Pietro Ciucci chiarisce la posizione della società “Stretto di Messina”. «Sapevamo che nel momento in cui veniva riavviata la complessa macchina organizzativa del Ponte, si sarebbe riacceso il dibattito. È giusto che ci sia, ci mancherebbe, anche con rilievi e critiche. Ripeto, però, gli insulti no. E sia chiaro che non è in gioco la mia personale onorabilità, ma la serietà di un progetto, che non è né mio né del ministro Salvini, è il progetto di una società dello Stato, di un Governo che ha presentato un decreto convertito in legge dal Parlamento, è il progetto di una straordinaria opera pubblica dell’Italia, di livello internazionale. Con Bonelli, come con altri politici, abbiamo avuto, e continuiamo ad avere un’interlocuzione, in molti casi conflittuale, ma ci sta. E io non sono un politico, il parlamentare ha il diritto-dovere di agire secondo le proprie idee. Certo, auspicheremmo un dibattito che sia più incentrato sul come realizzare questa opera, anziché alimentare ancora il gioco dei “sì” e dei “no”. Ma finché non si scade negli insulti, e in accuse gravi, non provate, tutto va bene».
Non va bene, però, secondo Ciucci, il fatto che «qualunque cosa venga fatta da parte nostra, passi come sbagliata e di ogni singolo aspetto si faccia un polverone mediatico. Ci hanno accusato di aver fatto troppo in fretta, ora che abbiamo richiesto una proroga di due mesi per rispondere dettagliatamente alle osservazioni della Commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente, ci criticano e dicono “avete visto, avevamo ragione, non c’era un progetto”. Non c’è equilibrio. Ci dicono che il nostro progetto non è abbastanza studiato e qualcuno torna a suggerire un progetto che non esiste, quello del Ponte a più campate.

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