Pallavolo, allenatore spia le giocatrici con una telecamera nello spogliatoio: 6 anni di squalifica
Vicenda molto delicata nel volley femminile italiano. Il Tribunale federale della Federazione Italiana Pallavolo (Fipav) ha inflitto una pesante squalifica di 6 anni nei confronti di un allenatore che nel febbraio scorso aveva spiato le giocatrici avvalendosi di un sistema di videoregistrazione mentre si cambiavano in spogliatoio «allo scopo di riprenderle sorprendendole nella loro intimità». Sul comunicato nr.66 della Fipav, che si rifà al procedimento disciplinare del tribunale federale presieduto da Massimo Rosi, si leggono tanti 'omissis', a partire dalle generalità del soggetto fino al luogo dove i fatti sono accaduti e ovviamente la società. L’avvocato dell’allenatore ha sede a Prato e di prassi opera in Toscana. Il tecnico, che dinanzi ai giudici del tribunale non ha smentito le denunce sporte dalle atlete (tutte maggiorenni), aveva piazzato vicino al termosifone una scatola di merendine al centro della quale spuntava un obiettivo. Le giocatrici, scoperta la telecamera, hanno allertato subito le forze dell’ordine che procedevano al sequestro della telecamera. Inizialmente le versioni fornite dall’allenatore erano discordanti. Secondo il tribunale, «anche se non vi è prova che le immagini siano state diffuse, l’atto compiuto dall’incolpato ha una grave valenza disciplinare» precisando, «i principi contenuti nel codice etico sono violati con la conseguente gravissima lesione all’intero mondo della pallavolo, alla sua credibilità e trasparenza». Come si legge nella sentenza, il tribunale federale scrive, «nella determinazione della sanzione va comunque considerato il comportamento processuale dell’incolpato che si è dichiarato pentito di quanto commesso».