Restano in Italia i 57 orfani tra i 6 e i 16 anni, ospitati in tre centri bergamaschi dall’inizio del conflitto con la Russia. Lo ha deciso il tribunale per i minorenni di Brescia che, con un decreto, ha confermato, con effetto immediato, l’affido dei minori ucraini ospitati in provincia di Bergamo ai Servizi sociali italiani «perché li mantengano collocati negli attuali luoghi di accoglienza», di fatto senza limiti temporali. In precedenza si era parlato di una proroga di due settimane per la loro permanenza, ma di fatto il decreto del tribunale scavalca questa decisione e la rende al momento senza limiti di tempo. Inizialmente infatti il tribunale aveva dato il via libera al rientro chiesto dalle autorità ucraine, sottolineando "l'assenza di ragioni» alle richieste dei rappresentanti di Kiev sui ragazzi «solo provvisoriamente ospitati in Italia» su richiesta ucraina. Il decreto rileva però che «come segnalato negli ultimi giorni dai tutori, dal ministero della Giustizia e dall’Unhcr" numerosi ragazzi hanno presentato, e altri hanno intenzione di presentare, domanda di protezione internazionale alla commissione territoriale «temendo per la propria incolumità in relazione al rientro in zone prossime al teatro delle operazioni belliche in fase di recrudescenza». E quindi «alla luce di tale fatto nuovo» ritiene «di sospendere temporaneamente il rientro in Ucraina dei predetti minori onde consentire alla commissione di svolgere la propria istruttoria e assumere le decisioni del caso in relazione alle richieste presentate dai minori». Il tribunale bresciano - che ha competenza anche sul territorio bergamasco - evidenzia inoltre che «il rientro debba essere sospeso rispetto a tutti i minori in quanto gli stessi, sin dal loro arrivo in Italia, costituiscono un gruppo sostanzialmente unitario, rappresentato da un’unica responsabile e quindi non divisibile». Da ieri 34 tutori di questi ragazzi si erano presentati in questura a Bergamo per presentare le relative istanze di protezione internazionale. Kiev ne aveva chiesto, tramite il consolato ucraino in Italia, il rimpatrio immediato, ma contro questa ipotesi si sono schierate fin da subito le agenzie internazionali per la protezione dei minori, da Unhcr a Unicef, e appunto i tutori di 34 di questi orfani tramite la richiesta di protezione internazionale. Dunque per ora non partirà nessuno dalle strutture di accoglienza di Rota Imagna, Pontida e Bedulita. Il gruppo di ragazzini era arrivato nella Bergamasca nel marzo del 2022 assieme ad alcuni educatori ed erano stati subito accolti dalla popolazione bergamasca. Il gruppo proveniva da due orfanotrofi di Berdyansk, città sul Mar Nero da dove erano fuggiti mentre avanzavano le truppe russe. La richiesta di rimpatrio era stata fissata per venerdì, 16 agosto, ma ora è stata per l’appunto congelata dalle autorità italiane. Anche perché molti degli orfani sono in cura negli ospedali di Bergamo per diverse e gravi patologie. Il perché di tanta fretta nel voler richiamare in patria questi bambini, peraltro senza famiglia, non è chiaro: secondo le autorità italiane deve prevalere il loro interesse e dunque per ora continueranno a essere ospitati nel nostro Paese a tempo indeterminato.