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A Claudio Bigagli il premio Omi-Fer del Salina Doc Fest

Per i suoi ruoli nei film dei fratelli Taviani a cui è dedicata la manifestazione

Il tema della libertà al centro del diciottesimo Salina Doc Fest, ricordando un cinema che ha sempre indagato il rapporto tra natura e Storia, rivoluzione e progresso. Nell’anno della scomparsa di Paolo Taviani, la manifestazione rende tributo al regista toscano e al fratello Vittorio con proiezioni dei loro film, realizzate in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Cineteca Nazionale.

In corso sull’isola fino al 15 settembre, il festival avrà un momento significativo nella giornata di oggi con il Premio Omi-Fer a Claudio Bigagli, interprete di Corrado ne “La Notte di San Lorenzo” e di Batà nell'episodio “Mal di luna” di “Kaos”, il film del 1984 tratto dalle “Novelle per un anno” di Luigi Pirandello, adattate dai registi con Tonino Guerra.
Toscano originario di Montale (Pistoia), l’attore introdurrà nel pomeriggio la proiezione di “Mal di luna” e sarà protagonista di un incontro con Giovanna Taviani, figlia di Vittorio e direttrice artistica della kermesse, per ricevere poi in serata il premio nella piazza di Santa Marina di Salina. A seguire la proiezione de “La Notte di San Lorenzo”. Il ruolo nel film dei Taviani ha rappresentato per Bigagli una svolta importante, dopo gli inizi in teatro nella compagnia di Dario Fo e le prime esperienze cinematografiche con nomi del calibro di Marco Leto, Castellano e Pipolo e Neri Parenti.

«“La Notte di San Lorenzo” è il mio primo film veramente importante con i registi più prestigiosi con cui ho lavorato», ci ha detto. Un personaggio toccante, quello di Corrado, che cerca di scappare da una sorte funesta nella Toscana degli anni ’40, segnata dalla Seconda Guerra Mondiale, col focus sulla Strage del Duomo di San Miniato (Pisa), paese natale dei registi: «Corrado è anche un personaggio simbolo, e uccide il fascista Giglioli (David Riondino) in una scena molto forte del film. Penso che rappresentasse per Paolo e Vittorio un modo per far riflettere sul fatto se fosse giusto perdonare, combattere il male e capire dove si annida, sebbene in certi passaggi del film il male maggiore è la follia della guerra, perché, come è accaduto nella realtà, persone che fino a poco tempo prima andavano al bar assieme o erano parenti, si sono trovate improvvisamente nemiche, parte di schieramenti opposti».

Una sfida ancora maggiore l’episodio di “Kaos” “Mal di luna”, girato nelle campagne vicino a Ragusa, dove Bigagli dà volto a Batà, uomo semplice in preda a raptus violenti e incontrollabili nelle notti di luna piena. «Nonostante non fossi siciliano, Paolo e Vittorio desideravano un vero e proprio lavoro d’attore per calarsi nel personaggio. Feci uno studio abbastanza approfondito con Sebastiano Lo Monaco per rendere credibile il dialetto, ma il lavoro più importante era entrare nell’anima dell’uomo, nella sua disperazione. Infatti mi davano indicazioni in tal senso, cercando sempre di farmi sentire il pensiero e l’emozione del personaggio, renderlo vero».

Un cinema, quello dei Taviani, più che mai attuale in questo momento storico complesso: «Hanno sempre avuto un’attenzione particolare alla Storia come esempio per le generazioni future, stimolando una riflessione su quello che è già stato per capire bene l’oggi e gli errori che non si dovrebbero rifare. Nei loro film sono sempre stati in primo piano i rapporti fra le persone, la sopraffazione dei prepotenti contro chi è meno forte, e la lotta per la conquista della libertà. In questo senso il loro cinema era molto politico, avevano idee molto chiare: lottare per gli sfruttati, dalla parte dei più deboli».

 

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