Mercoledì 25 Dicembre 2024

Chiara Jaconis non ce l'ha fatta, uccisa da un oggetto di marmo caduto da un balcone. La ragazza ha origini calabresi

È morta all’ospedale del Mare Chiara Jaconis, la trentenne di Padova che sabato scorso era stata colpita da un oggetto di marmo caduto da un balcone, mentre passeggiava nella zona dei Quartieri spagnoli a Napoli. La turista, che era nel capoluogo campano con il suo fidanzato, era ricoverata in gravissime condizioni, a seguito alla ferita causata dall’oggetto, forse una statuina. Dopo l’impatto, Jaconis aveva perso conoscenza e, all’arrivo dei sanitari, era stata subito intubata e trasferita all’ospedale del Mare, dov'era stata sottoposta a un intervento neurochirurgico. Anche dopo l’operazione, le sue condizioni sono state giudicate «estremamente gravi» dai medici. La donna si stava concedendo le ultime ore di relax con il suo fidanzato, prima di tornare a casa con un volo in programma domenica dall’aeroporto di Capodichino.

Le parole del padre, calabrese d'origine

Il volto straziato dal dolore e visibilmente commosso: così si è presentato ai microfoni della Rai e di altre emittenti il padre di Chiara Jaconis per ringraziare i medici dell’ospedale del Mare di Napoli per l'impegno profuso nel tentativo di salvare la sua Chiara, morta in mattinata dopo essere stata colpita in testa da una statuina piovuta dall’alto domenica scorsa durante un giro turistico nei Quartieri Spagnoli. «Quando mi hanno detto che dovevo venire a Napoli, pur essendo io calabrese di origine - le parole di Gianfranco Jaconis, amministratore di condomini molto noto a Padova - avevo qualche pregiudizio verso questa città. Per cui pensavo di arrivare in un ospedale fatiscente. Ho trovato, invece, un bellissimo ospedale ma soprattutto medici e paramedici che hanno dimostrato tutta la loro umanità, oltre alla loro professionalità, e sono entrati nel mio cuore. Li voglio ringraziare pubblicamente, devono essere orgogliosi di quello che sono, sono stati fantastici. A loro il più grande degli abbracci». Infine un’ammissione: «Ho rivisto tutti i miei pregiudizi, ho trovato un ospedale favoloso e soprattutto una umanità di cui non avevo dubbi ma toccarla con mano è diverso. Per cui complimenti a Napoli, alla sanità campana e a questi fantastici medici».

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