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Acr Messina, scuse mai arrivate e la solita fiera degli alibi. Si dimette il direttore generale

Dal caso dell’Under 15 al valore del vivaio

Sarebbero bastati pochi “spiccioli” di scuse, un punto e il lavoro successivo per superare un'impasse che evidentemente, lo dicono i fatti, si prolunga ormai da settimane. E invece la risposta giunta dal Messina circa le cattive figure fin qui collezionate dall'Under 15, confermano che la fiera degli alibi non chiude mai battenti.
Se si gioca in sette è dovuto a ragazzini che si scordano il documento o all'influenza stagionale, non ai pochi stage organizzati per valutare profili che potessero fare al caso. Se i completini “di rappresentanza” indossati sono diversi uno dall'altro, e parliamo anche di pantaloncini di varie marche con strisce e tonalità diverse, è perché la Givova non ha ancora consegnato l'ordine. Se si è arrivati a ottobre senza un numero congruo di atleti a disposizione (e non stiamo considerando la competitività delle squadre) dipende dalla carenza dei campi d'allenamento o ci sarebbe lo zampino delle società del territorio che non collaborano, senza considerare che magari dietro gli organici Èlite e Regionali di quelle formazioni, si cela un lavoro di osservazione e raduni che non vuole essere messo in discussione per un “bene comune” in cui non si crede più: e sarebbe più ragionevole e onesto chiedersi il perché di ciò, dandosi delle risposte. Ma a quanto pare, l'unica soluzione trovata è affidarsi ancora all'esterno, addirittura oltre i confini provinciali.

Se si parla tanto di questo nelle ultime settimane è colpa dei giornalisti, non di una società che in otto anni non è stata capace di allestire uno straccio di struttura autonoma che potesse attirare validi profili, costruendo gli atleti del domani senza essere costretta a elemosinare giovani promettenti “a gettone” da società di categoria superiore. Anche su questo punto, immaginiamo, saranno gli altri a non comprendere le strategie programmatiche dell'Acr. Che attribuisce l'alimentare “clamore” a tifosi o addetti ai lavori da sempre legati alla biancoscudata, che con senso d'appartenenza vorrebbero magari il meglio per la propria squadra del cuore, che soffrono nel vederla nelle paludi delle difficoltà. È per questo che saranno passati in secondo piano i risultati di Primavera e Under 17, considerati “buoni” dal club ma dimenticando che dall'inizio di tutti i campionati nazionali, il Messina non ha ancora vinto una sola partita con una delle tre formazioni giovanili.
Magari per l'Acr il “buono” è non ritirarsi anticipatamente dal campo oppure non perdere 7-0, per questa piazza invece è altro. È avere un'idea di cosa si voglia fare, per il presente e per il futuro, magari anche sbagliando, una volta, due, tre, persino otto ma non facendo una cosa solo perché bisogna farla, per fini di equilibrio gestionale. Per poi ogni estate rivoluzionare. Come d'altronde è accaduto ciclicamente anche con la prima squadra.

Intanto dopo un mese si è dimesso il direttore generale Pippo Trimarchi. L'ennesima conferma di una società allo sbando.

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