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Entro la fine del mese l’accordo sulle aree Fs dismesse: 51mila metri quadri da restituire a Messina

Il Comune sta lavorando alla convenzione con le Ferrovie per recuperare l’estesa porzione di territorio occupata dalle ex Grandi Officine

Nel giorno dell’incontro con l’amministratore delegato della società “Stretto di Messina”, Pietro Ciucci, che è stato in visita a Palazzo Zanca nella scorsa settimana, il sindaco Federico Basile aveva preannunziato un ulteriore passo avanti nelle procedure di trasferimento al Comune delle aree dismesse dalle Ferrovie dello Stato. Nei prossimi giorni si terranno altre interlocuzioni, per arrivare – come ribadito dai vertici di Rfi – entro la fine di novembre alla stipula della convenzione.

Il tema affrontato dall’Amministrazione comunale è quello riguardante il futuro di un’immensa porzione di territorio, quella occupata dalle “Ogr-Officine Grandi Riparazioni”, pari a oltre cinquantamila metri quadri. In quello stabilimento si riparavano i treni, per anni Messina fu un punto di riferimento nazionale, le maestranze impegnate nei cantieri erano centinaia. Poi, ci fu un progressivo declino, culminato con la chiusura delle Officine da parte del Gruppo Fs.
Il protocollo di intesa siglato a settembre a Roma è servito a formalizzare l’impegno di tutti i soggetti in causa per restituire, utilizzando le stesse parole del sindaco Basile, «un’area del nostro territorio alla comunità». Rfi e le società collegate alle Ferrovie stanno attuando già da tempo piani di dismissione di aree centrali, nel cuore delle varie città, contribuendo anche alla riconversione. In tale ottica, nel novembre dello scorso anno, Fs e Regione siciliana firmarono un preciso accordo. E di fatto le aree di Gazzi rientrano in questo scenario e saranno interessate da processi di rigenerazione urbana, che ovviamente andranno definiti nel dettaglio, per capire bene chi dovrà attuare gli interventi di bonifica e di riqualificazione, e cosa si vorrà fare, in concreto, di quell’ampia superficie che s’intende restituire alla pubblica fruizione. Il sindaco Basile giustamente lo ha definito un tassello prezioso del più complessivo “mosaico”, che sta portando l’Amministrazione comunale, d’intesa con gli altri enti competenti sul territorio, a immaginare il recupero di gran parte dell’affaccio a mare compreso tra la Falce, Maregrosso e Gazzi.
Saranno settimane, dunque, intense, quelle che porteranno a fine mese, sia su questo versante sia per quanto riguarda il capitolo Ponte sullo Stretto. Basta pensare alle date che si avvicinano: l’8 novembre l’udienza davanti al Tribunale delle Imprese di Roma per l’azione inibitoria collettiva proposta da 104 cittadini contro la società “Stretto”; il 12 novembre la presumibile conclusione dell’iter di Valutazione d’impatto ambientale.

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