L’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, attualmente detenuto a Rebibbia per presunte violazioni delle prescrizioni imposte dai servizi sociali, è al centro di un'indagine che coinvolge anche una controversa trasferta a Cosenza. Gli inquirenti sospettano che Alemanno abbia utilizzato documenti falsi per giustificare spostamenti non autorizzati, incluse presunte consulenze professionali inesistenti.
Il viaggio a Cosenza e l'invito contestato
Tra gli episodi più significativi emersi dalle indagini figura una trasferta effettuata nella notte tra il 6 e il 7 aprile 2024. Alemanno avrebbe partecipato a un evento commemorativo a Cosenza, giustificando il viaggio con un incarico relativo alla ristrutturazione di una caffetteria. Tuttavia, le intercettazioni telefoniche rivelano come l’ex sindaco stesso abbia definito poco credibile la motivazione e chiesto un’alternativa più plausibile al suo avvocato. Nonostante l’intervento per produrre un nuovo invito, il permesso per recarsi in Calabria sarebbe stato richiesto oltre il termine previsto, rendendo la trasferta irregolare.
Le «consulenze simulate» e il ruolo di Cosenza
Secondo l’Ufficio di Sorveglianza di Roma, Alemanno avrebbe orchestrato una serie di consulenze simulate, in molti casi con il supporto di esponenti del suo movimento politico e di aziende compiacenti. Nel caso specifico, una società di Rende specializzata in materiali da costruzione avrebbe emesso incarichi fittizi per giustificare gli spostamenti dell’ex sindaco. Tali incarichi, tuttavia, appaiono privi di fondamento, considerato che la società stessa ha registrato un’attività commerciale minima nei mesi in questione.
La posizione degli inquirenti
Per gli investigatori, l’episodio di Cosenza rappresenta un esempio emblematico del modus operandi di Alemanno. L’utilizzo di inviti falsi e documentazione fittizia sottolinea, secondo l’accusa, un comportamento sistematico volto ad aggirare le prescrizioni imposte dal tribunale.
Il caso Cosenza, già al centro delle verifiche del Nucleo di Polizia Valutaria, contribuisce a delineare un quadro di presunte violazioni che ha portato l’ex primo cittadino capitolino dietro le sbarre.
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