Un primo pronunciamento è arrivato da Roma. La XVII sezione civile del Tribunale delle Imprese, presieduta dalla dottoressa Claudia Pedrelli, ha respinto l’istanza presentata dai promotori dell’azione inibitoria collettiva, i quali avevano chiesto di «precludere, in caso di divulgazione dei contenuti del provvedimento, l’indicazione delle loro generalità». Avevano, dunque, presentato quella che è stata definita una “class action” contro la società “Stretto di Messina”, chiedendo però il riserbo sui nomi dei 104 firmatari del ricorso. Il Tribunale ha rigettato l’istanza, considerando che, «salvo un generico richiamo alla tutela della riservatezza», i ricorrenti non hanno indicato «alcuno specifico pregiudizio che potrebbe per loro divulgare dalla pubblicazione della sentenza nella sua versione integrale (e, dunque, con l’indicazione dei nomi e dei dati identificativi delle parti). La richiesta, quindi, «non è sorretta da alcun motivo legittimo».
I ricorrenti – come si legge nel testo dell’azione inibitoria collettiva – «vivono o soggiornano o comunque amano le due sponde dello Stretto di Messina ed hanno un interesse collettivo alla tutela del paesaggio, del patrimonio storico-archeologico, dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi ed intendono porre in essere ogni attività necessaria a preservare il territorio, la qualità della vita, la salute e il benessere anche nell’interesse delle future generazioni. Alcuni sono attivisti di associazioni ambientaliste di rilievo nazionale, regionale o locale, associazioni di protezione ambientale riconosciute e di comitati spontanei che rappresentano interessi diffusi e collettivi e svolgono una incessante opera di informazione e denuncia sull’impatto sociale e ambientale del progetto, sugli aspetti tecnico-giuridici, sui costi dell’opera principale e delle opere connesse, sugli effetti cumulativi sul sistema ambientale, urbanistico e paesaggistico e sulle alternative possibili (sino all’opzione zero corrispondente al collegamento marittimo intermodale), sul pregiudizio per la salute dei cittadini e per i territori protetti dalla Ue, dallo Stato italiano e dalla Regione siciliana». Tra i nomi, vi sono anche esponenti dei partiti del Centrosinistra, da ex deputati ed ex consiglieri del M5S (Valentina Zafarana, Pippo Fusco) a un’ex parlamentare del Pd (Maria Flavia Timbro). Ci sono anche diversi familiari dei legali che hanno proposto l’azione.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia