
Nuovo indagato sul caso Garlasco. Secondo un’esclusiva Tg1 sarebbe di Andrea Sempio, classe 1988, amico di Marco Poggi, fratello di Chiara Poggi. Sempio, all’epoca dei fatti diciannovenne, tra il 2016 e il 2017 era già stato al centro di ulteriori indagini sollecitate da parte dei legali di Stasi sul Dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Accuse poi archiviate dall’allora procura di Pavia guidata all’epoca da Mario Venditti.
Oggi grazie a una nuova indagine sul dna sviluppata grazie a metodi e tecniche di ultima generazione, si legge in un nota del Tg1, si riesce a fare nuova luce sul delitto arrivando così all’avviso di garanzia notificato dai carabinieri nei giorni scorsi a Sempio. Nell’avviso di garanzia l’accusa contestata, si legge nelle carte in possesso del Tg1, è omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi.
Il legale di Sempio: "E' distrutto, nega ogni responsabilità"
«Non regge il colpo. E’ distrutto e ha chiesto addirittura le ferie dal lavoro». Lo ha riferito l'avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, il 37enne, indagato dalla Procura di Pavia per l’omicidio di Chaiara Poggi. Sempio, su disposizione del gip pavese, è stato convocato dopodomani per il prelievo del Dna, operazione necessaria per dare riscontro a due recenti consulenze, una della difesa di Stasi e una dei pm, secondo le quali le tracce genetiche trovate sotto le unghie della 26enne uccisa 18 anni fa sarebbero riconducibili all’amico del fratello. Il quale, come ha affermato il legale, dice di essere innocente.
Consulenza pm Pavia: il dna di Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi
Una consulenza disposta nei mesi scorsi dalla Procura di Pavia avrebbe confermato che sotto le unghie di Chiara Poggi, in più punti, erano presenti tracce di Dna riconducibile ad Andrea Sempio, l’amico del fratello della 26enne uccisa nell’agosto 2007 a Garlasco (Pavia). E’ quanto riferiscono all’ANSA fonti vicine alle indagini. A dare il via ai nuovi accertamenti è stata l’avvocato Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, che ha affidato a un laboratorio di genetica di fama internazionale, con sede all’estero, il compito di analizzare nuovamente i reperti biologici, i quali hanno dato esito positivo. Esito che avrebbe trovato riscontro anche nella consulenza della procura.
Perché l'accusa a Sempio fu archiviata 8 anni fa
Nell’archiviazione datata 28 marzo 2017, il gip di Pavia, Fabio Lambertucci, scriveva che Andrea Sempio non aveva nulla a che vedere col truce omicidio che spezzò l’immobile quiete di Garlasco due giorni prima del Ferragosto 2007. Tre mesi dopo il deposito alla Procura Generale di Milano di un esposto firmato da Elisabetta Ligabò, la mamma di Alberto Stasi, in cui si ipotizzava la presenza del dna di Sempio sotto le unghie della vittima, il giudice di Pavia impose l’'alt' a nuove ipotesi: «Se è non condivisibile ma umanamente comprensibile l’intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l’esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie ci si deve tuttavia arrestare di fronte all’inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa di Stasi».
Il gip di Pavia scrisse che «è radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerto dalla difesa Stasi». L’analisi di questo materiale, stando alle conclusioni del genetista Pasquale Linarello a cui si erano rivolti i legali di Stasi, aveva secondo loro evidenziato la presenza del dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi. Tuttavia, questa consulenza era per il gip «viziata ab origine già nella formulazione del quesito laddove pretende di confrontare i risultati di oggi con quelli ottenuti nella perizia De Stefano (svolta nell’appello bis, ndr); quest’ultimo aveva concluso la propria perizia affermando che, essendo i risultati incostanti, gravati da artefatti conseguenti a possibile degradazione e inserimenti contaminanti, nonchè soggetti a probabile contaminazione ambiantele, non sono utilizzabili per definire una 'ipotesi di identita», quindi per effettuare alcun confronto con un profilo genetico».
«Tanto basterebbe per chiudere le indagini a carico di Sempio», commenta il gip il quale però riporta «ad abundantiam» anche le conclusioni sul punto della Procura nella richiesta di archiviazione.
Secondo i pm, «tracce di dna di Sempio potevano ben posizionarsi sulle unghie di Chiara Poggi in via mediata per il fatto che entrambi usavano il computer fisso in casa Poggi che il fratello di Chiara e i suoi amici utilizzavano spesso per eseguire videogiochi comandati da tastiera».Per il gip di Pavia che aveva archiviato la sua posizione, «non si riesce a individuare alcun movente a carico di Andrea Sempio per l’omicidio di Chiara Poggi». «Anche volendo immaginare un invaghimento da parte del ragazzo nei confronti della vittima - scriveva il magistrato nel provvedimento di archiviazione - circostanza peraltro completamente smentita dal fratello di Chiara (a cui è verosimile che, in questa ipotesi, Sempio si sarebbe rivolto per ottenere informazioni sulla sorella e magari usarlo come intermediario per rappresentare alla stessa il proprio interesse), non si comprende per quale assurdo motivo Sempio avrebbe dovuto, senza compiere alcun tentativo di avvicinamento alla ragazza, ucciderla con modalità così brutali ed efferate».
«Escluso il motivo della violenza sessuale ipotetico e senza nessun riscontro», spiegava il gip, «non è possibile individuare alcun motivo per cui un ragazzo di 19 anni avrebbe dovuto determinarsi a compiere un gesto tanto violento ed efferato». Le modalità dell’omicidio, argomentava il gip, sono in ogni caso tali da essere spiegate «solo con un prolungato rapporto di quotidiana intimità, di cui non c'è traccia nelle evidenze probatorie con riguardo ai rapporti tra Chiara Poggi e Andrea Sempio». Solo in questa prospettiva, «si spiega la circostanza per la quale Chiara, ragazza riservata, riceve la persona alla quale apre la porta con abbigliamento intimo e succinto (...)». La notizia di reato era ritenuta «infondata in quanto gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari escludono categoricamente la responsabilità di Andrea Sempio per l’omicidio di Chiara Poggi».
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