Nicolò Fagioli chiede scusa, ammette l’errore, parla di ingenuità a passa al contrattacco. In un post sui social il centrocampista della Juventus, all’indomani dell’accordo con la Procura della Figc e la squalifica di 7 mesi (più 5 in pene alternative) per l’inchiesta sulle scommesse illecite, rompe il silenzio di questi giorni. «Pensavo di partire chiedendo scusa non solo ai tifosi bianconeri, ma a tutti i tifosi del mondo del calcio e dello sport per l’errore ingenuo che ho fatto. Invece no, sono obbligato a partire con lo schifo che scrivono su di me giornali, persone solo per mettermi in cattiva luce con mille falsità...O forse meglio, solo per conquistare due visualizzazioni in più. Presto parlerò», scrive Fagioli.
L'interrogatorio
La Gazzetta dello Sport svela anche i dettagli dell'interrogatorio al calciatore della Juventus a opera del procuratore federale Giuseppe Chinè. “All’inizio un calciatore, avendo molto tempo libero finisce con il provare l’ebrezza della scommessa per vincere la noia. Con il passare del tempo diventa un’ossessione”. Ho iniziato a scommettere a Tirrenia nel ritiro della Nazionale Under 21”. All'inizio solo “divertimento”. “Poi mi sono trovato in condizione di stress determinato dai debiti”. Il periodo più brutto “lo passai a marzo-aprile 2023 durante Sassuolo-Juventus feci un errore tecnico e fui sostituito”. Quelle lacrime, in panchina, erano state versate “pensando ai miei debiti delle scommesse”. Il debito, inizialmente di 250mila euro, pian piano è montato. “Quando ero alla Cremonese mia madre mi consigliò di recarmi al Sert per farmi curare, io ci andai alcune volte. Ebbi l'illusione di poterne fare a meno, ma poi giocavo in modo compulsivo davanti alla tv su qualsiasi evento sportivo che stessi vedendo, calcio compreso... anche Serie B e Lega Pro”.
Caricamento commenti
Commenta la notizia