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Jorginho, maledizione rigori: il "saltello" non funziona più. "Lo tiro io", ma l'azzurro sbaglia un altro penalty

Il saltello prima di calciare il rigore, all’inizio, era il suo marchio di fabbrica per l'infallibilità. Da un anno a questa parte, invece, è diventato un vero e proprio incubo. «Lo tiro io», aveva detto alla vigilia Jorginho per dimenticare il doppio errore dal dischetto contro la Svizzera, all’andata e al ritorno, che era costato la mancata qualificazione diretta ai Mondiali 2022. «Lo tiro io», ha ridetto in campo, quando sull'1-0 azzurro contro la Macedonia è stato fischiato un altro rigore, ancora all’Olimpico. Ed è venuto in mente a più di uno spettatore la battuta del monologo di Paolo Rossi sui tre rigori sbagliati in una partita da Evaristo Beccalossi. E la storia, a suo modo, in maniera diversa, si ripete: Jorginho, come un anno fa, sbaglia un calcio di rigore allo stadio Olimpico di Roma e se il 12 novembre 2022 costò all’Italia il playoff per i mondiali, poi persi contro la Macedonia del Nord, questa sera dopo il suo errore con i macedoni a salvarlo dall’inferno di una partita in apnea è stato l'immediato gol successivo di Chiesa, per il 2-0, e poi la seconda segnatura dell’attaccante in chiusura di tempo. Ieri, però, in conferenza stampa il ct Luciano Spalletti era stato chiaro. «Se ci dovesse essere un calcio di rigore mi aspetto che per la qualità e la personalità che ha sia Jorginho a tirarlo». Detto fatto. Perché al 40' il centrocampista dell’Arsenal ha la possibilità di riscattare l’errore dell’anno precedente anche se sotto una curva diversa (la Nord). Ma come Sommer, anche Dimitrievski ipnotizza il calciatore azzurro che si lascia parare quello che sarebbe stato il possibile 2-0, rimandato solo di qualche minuto. Nella storia azzurra, più che il clamoroso precedente-Inter di Beccalossi, c'è il doppio erroreo in una partita di 'Spillò Altobelli, un Italia-Malda dell’86. Quanto a Jorginho, avrebbe voluto sicuramente festeggiare in modo diverso il suo ritorno tra i convocati dopo esser rimasto fuori dalle prime chiamate di Spalletti e soprattutto dopo esser stato un punto fermo della gestione Mancini. Lui che fu uno degli eroi del trionfo a Euro 2020, ma il cui conto delle presenze in Nazionale era fermo a 48, con l’ultima apparizione il 15 giugno nella semifinale di Nations League contro la Spagna persa 2-1. Per questo il ritorno, dopo aver conquistato i tifosi dell’Arsenal, lo immaginava diverso, a prescindere dal risultato. Resta la maledizione del dischetto. Dall’errore di Wembley in finale a Euro2020, tutti e quattro i rigori calciati con l’Italia sono finiti con lo stesso risultato

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