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Plusvalenze e manovre stipendi. Chiuse le indagini sui conti della Juve: in 12 rischiano il processo

La Procura di Roma ha chiuso le indagini relative alle plusvalenze e alla manovra stipendi della Juventus ed ora in dodici rischiano di finire a processo. Tra loro l’ex presidente del club, Andrea Agnelli, e altri ex dirigenti allora al vertice della società bianconera, tra cui Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici. Nei confronti degli indagati le accuse sono, a seconda delle posizioni, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Il passaggio dell’inchiesta "Prisma" da Torino alla capitale, con relativo invio degli atti, è legato alla decisione della Cassazione, che il 6 settembre scorso aveva spostato la competenza territoriale del procedimento. Il fascicolo era stato quindi affidato ai pm di piazzale Clodio che si occupano dei reati economici, coordinati dall’aggiunto Giuseppe Cascini.

A rendere nota oggi la chiusura delle indagini preliminari, nello stesso giorno in cui la squadra è atterrata a Fiumicino per giocare sabato contro il Frosinone, è stata la stessa Juve, spiegando di avere ricevuto «la notifica dell’avviso di conclusione» delle indagini, il 415 bis. «In linea con le ipotesi accusatorie della Procura di Torino, l’avviso - viene spiegato dalla società - fa riferimento a presunti reati di falso nelle comunicazioni sociali, manipolazione del mercato, ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza (Consob, nel caso di specie) e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti». «Sulla base delle sommarie informazioni a disposizione allo stato - aggiunge la società - i fatti oggetto del provvedimento attengono ai bilanci al 30 giugno 2019, 2020 e 2021 e sono relativi alle cosiddette operazioni di «scambio» di diritti alle prestazioni sportive di calciatori (cosiddette «operazioni incrociate") e agli accordi di riduzione e ai successivi accordi di integrazione dei compensi del personale tesserato conclusi negli esercizi 2019-2020, 2020-2021 e 2021-2022 (cosiddette "manovre stipendi") nonché ai cosiddetti «accordi di recompra», attinenti a talune operazioni di calciomercato risalenti agli esercizi 2017-2018, 2018-2019 e 2019-2020». «La società e i propri esponenti destinatari dell’avviso - puntualizza ora la Juventus - potranno, entro venti giorni, prendere visione ed estrarre copia degli atti di indagine per l'esercizio dei propri diritti di difesa». A Torino, prima della decisione della Suprema corte, i capi d’accusa stavano per essere integrati, con un ritocco al rialzo delle somme contestate. Le modifiche erano state decise, nel capoluogo piemontese, dopo il recupero e la ricostruzione del contenuto delle cosiddette "side letter", che accompagnavano gli accordi fra la società e i rappresentanti dei calciatori. Due sono i fronti ai quali avevano lavorato i pubblici ministeri subalpini: oltre alle presunte plusvalenze fittizie infatti erano state rilevate, a loro giudizio, delle irregolarità contabili nelle "manovre stipendi" del 2020 e del 2021.

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