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Scandalo in Cina, la confessione-choc dell'ex ct Li Tie: ha pagato mazzette per fare carriera e truccare partite

L’ex ct della Cina dal 2019 al 2021, Li Tie, ha confessato di aver pagato mazzette per far carriera e per truccare le partite, compresa una tangente di 340mila euro per ottenere l’incarico di commissario tecnico della nazionale. Le sue ammissioni sono contenute in un documentario sulla corruzione nel calcio trasmesso dalla tv nazionale, la Cctv,
e potrebbero preludere a pesanti condanne nell’ambito delle inchieste avviate nel gigante asiatico.
Li Tie, un ex centrocampista che ha giocato anche in Premier League nell’Everton, ha ammesso in un’intervista di aver corrotto «arbitri, giocatori e allenatori avversari, a volte anche attraverso i loro club». Il 46enne avrebbe iniziato a corrompere quando è diventato allenatore, guidando con vari incarichi importanti club come il Guangzhou Evergrande, l’Hebei, il China Fortune e il Wuhan Zall. Nel 2022 il suo nome è finito nella maxi-inchiesta sul calcio in Cina.
«Mi dispiace molto, avrei dovuto tenere la testa sulle spalle e seguire la retta via ma all’epoca certe cose erano pratiche comuni nel calcio», ha detto Li Tie.
Analoghe ammissioni sono arrivate da un altro pezzo grosso del pallone cinese, l’ex presidente della federcalcio (Cfa), Chen Xuyuan: «I tifosi possono tollerare l’arretratezza del calcio cinese, ma non la corruzione», ha osservato, «non c'è rimedio per il passato. Se ce n'è uno, sono disposto a pagare per questo con la mia vita».

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