BORUSSIA DORTMUND-REAL MADRID 0-2
MARCATORI: 29'st Carvajal, 38'st Vinicius
BORUSSIA DORTMUND (4-2-3-1): Kobel 6.5; Ryerson 6, Hummels 6.5, Schlotterbeck 5.5, Maatsen 5; Emre Can 6 (35' t Malen sv), Sabitzer 6; Sancho 6, Brandt 6 (35'st Haller sv), Adeyemi 6.5 (27'st Reus 6); Fullkrug 6.5. In panchina: Meyer, Lotka, Salih Ozacan, Nmech, Wolf, Moukoko, Sule, Watjen, Bynoe-Gtitens. Allenatore: Terzic 6.5.
REAL MADRID (4-3-1-2): Courtois 6.5; Carvajal 7, Nacho 5.5, Rudiger 6, Mendy 5.5; Valverde 6, Camavinga 5.5, Kroos 6.5 (40'st Modric sv.); Bellingham 6.5 (40'st Joselu sv); Rodrygo 5.5 (45'st Militao sv), Vinicius 7 (49' st Vazquez sv). In panchina: Lunin, Kepa, Alaba, Tchouameni, Ceballos, Fran Garcia, Brahim Diaz, Arda Guler. Allenatore: Ancelotti 6.5.
ARBITRO: Vincic (Slo) 6.5.
NOTE: serata serena, terreno di gioco in ottima condizione, circa 86.000 spettatori presenti. Ammoniti: Schlotterbeck, Sabitzer, Hummels, Vinicius. Angoli: 9-8 per il Real. Recupero: 4'; 5'.
La quindicesima del Real Madrid, dominatore del calcio europeo e mondiale, la quinta personale del mago Carlo Ancelotti, la sesta del gregario re per una notte Carvajal, autore del primo dei due gol che hanno affossato il Borussia Dortmund a Wembley. La finale della Champions League racconta queste storie e quelle di Toni Kroos che lascia il club (poi anche il calcio dopo gli Europei) da vincente prendendosi anche lui la sesta grande Coppa (23. trofeo di un’incredibile carriera), come anche capitan Nacho e l’altra leggenda "madridista" Luka Modric. Tutti insieme per eguagliare il primato di un altro immortale del Real, Francisco "Paco" Gento.
Ma la finale di oggi è anche quella di Vinicius Junior, il giocoliere arrivato da Rio de Janeiro, a segno nella finale vinta due anni fa contro il Liverpool e anche oggi a Wembley, favorito da un grossolano errore del borussiano Maatsen che serve il pallone a Bellingham, grande ex di turno, e per l'inglese è un gioco da ragazzo appoggiare a Vinicius che segna. Per lui è un altro passo verso il Pallone d’Oro. La vittoria di una corazzata che in una finale difficilmente perde, contro un Dortmund che ha fatto molto meglio dei rivali nel primo tempo ma ha sprecato troppo e poi è crollato alla distanza, quando le parole di Ancelotti ai suoi dopo 45' hanno evidentemente fatto effetto. E non ci sono più parole per questo allenatore che ama Madrid e il Real quanto se stesso e ha visto giusto rimanendo dov'è e rifiutando la nazionale brasiliana: anche lui entra nella leggenda. Al termine del primo tempo se il Borussia Dortmund fosse stato in vantaggio di due gol, non ci sarebbe stato nulla di strano. Invece è 0-0 perché il timore reverenziale dei tedeschi per Wembley e per il Real dura pochissimo, e il predominio del gioco dei primi 45' è tutto giallonero, con Adeyemi, Fullkrug e Sabitzer che, in particolare, mettono in risi il Real. Al 21' Adeyemi riceve su verticalizzazione di Hummels ma nel tentativo di saltare Courtois, che lo costringe ad allargarsi, perde l'attimo buono permettendo a Carvajal di 'chiudere' in angolo: un intervento provvidenziale quello del veterano del Real. Al 24' è palo di Fullkrug, che sull'uscita di Courtois calcia sul legno alla sinistra del portiere belga. Al 29' terza occasione mancata dal Borussia con Adeyemi che viene lanciato in profondità, si presenta in area e calcia con Courtois che respinge e poi blocca sul successivo tentativo di testa da parte dello sbilanciato Fullkrug. In precedenza il belga, alla sua prima apparizione nella Champions di questa stagione, si era anche esibito in una parata su conclusione di Sabitzer.
A inizio ripresa il Real fa capire che la musica è cambiata, sfiora il gol con Kroos e con Carvajal, quest’ultimo con un colpo di testa fuori di un soffio che anticipa ciò che poi farà al 29' quando prende il tempo a Fullkrug, molto più alto di lui, e manda in Real in paradiso. Poi anche Terzic ci mette del suo sostituendo Adeyemi, fino a quel momento il migliore dei suoi, con il veterano Reus, io, e poi c'è praticamente solo il Real che sfiiora ancora il gol con Camavinga, ancora Kroos e Bellingham, segno di un predominio che nella ripresa è stato evidente. Ultimo brivido un gol annullato a Fullkrug per fuorigioco, poi finisce con il pianto a dirotto, dopo il fischio finale, di Carvajal quasi incredulo di aver vinto, proprio lui gregario per eccellenza (come Nacho, che Sabatini voleva portare alla Roma, e ora è il capitano del Real) la sua sesta Champions. Non è Ronaldo, non è Zidane, non è Benzema nè Modric o Raul, ma questa è la sua notte. E, ovviamente, di Ancelotti che abbraccia forte Kroos, riceve l’inchino di Ancelotti e per una volta si lascia andare all’emozione, abbracciato dalla moglie. Che bello per Gian Piero Gasperini, sfidarlo nella prossima Supercoppa.
Nessuno come Ancelotti
La vittoria di Wembley regala a Carlo Ancelotti la quinta Champions League da allenatore, migliorando ulteriormente il suo record. Il tecnico di Reggiolo, che ha alzato la coppa due volte col Milan (2003 e 2007) e tre col Real Madrid (2014, 2022 e 2024), allunga così su Zinedine Zidane, campione coi blancos nel 2016, 2017 e 2018, Bob Paisley (Liverpool 1977, 1978 e 1981), e Pep Guardiola, che ha alzato al cielo la coppa col Barcellona nel 2009 e nel 2011 e poi col Manchester City nel 2023. Fermi a due i vari Josè Villalonga (Real Madrid 1956, 1957), Luis Antonio Carniglia (Real Madrid 1958, 1959), Miguel Munoz (Real Madrid 1960, 1966), Bela Guttman (Benfica 1961, 1962), Nereo Rocco (Milan 1963, 1969), Helenio Herrera (Inter 1964, 1965), Stefan Kovacs (Ajax 1972, 1973), Dettmar Cramer (Bayern Monaco 1975, 1976), Brian Clough (Nottingham Forest 1979, 1980), Arrigo Sacchi (Milan 1989, 1990), Alex Ferguson (Manchester United 1999, 2008) e Vicente Del Bosque (Real Madrid 2000, 2002).
Due successi personali ma con squadre diverse invece per Ernst Happel con Feyenoord (1970) e Amburgo (1983), Ottmar Hitzfeld con Borussia Dortmund (1997) e Bayern Monaco (2001), Josè Mourinho con Porto (2004) e Inter (2010) e Jupp Heynckes con Real Madrid (1998) e Bayern Monaco (2013). Allunga anche l’Italia della panchina, a quota ora 13 affermazioni: 5 Ancelotti, 2 Rocco, 2 Sacchi, 1 Capello, 1 Di Matteo, 1 Lippi, 1 Trapattoni. Restano a 10 Germania e Spagna. Jurgen Klopp e Marcello Lippi sono invece i primatisti delle finali perse: tre. Il tecnico italiano è stato sconfitto con la Juventus nel 1997 contro il Borussia Dortmund, nel 1998 contro il Real Madrid e nel 2003 contro il Milan; il tecnico tedesco si è visto sfuggire la coppa col Borussia Dortmund nel 2013 contro il Bayern e nel 2018 e nel 2022 col Liverpool, sempre contro il Real Madrid. Due finali perse invece per Miguel Munoz (Real Madrid 1962 e 1964), Fabio Capello (Milan 1993 e 1995), Louis Van Gaal (Ajax 1996 e Bayern Monaco 2010), Hector Cuper (Valencia 2000 e 2001), Alex Ferguson (Manchester United 2009 e 2011), Diego Simeone (Atletico Madrid 2014 e 2016) e Massimiliano Allegri (2015 e 2017).
Quindicesimo trionfo
Con il successo di stasera a Wembley contro il Borussia Dortmund, il Real Madrid iscrive per la 15esima volta il suo nome nell’albo d’oro, allungando sempre di più in questa speciale classifica. In tutto sono 20 i successi spagnoli, col Barcellona che vanta 5 affermazioni.
15 Real Madrid
7 MILAN
6 Bayern Monaco, Liverpool
5 Barcellona,
4 Ajax
3 INTER, Manchester United
2 Benfica, Chelsea, JUVENTUS, Nottingham Forest, Porto
1 Amburgo, Aston Villa, Borussia Dortmund, Celtic, Feyenoord, Olympique Marsiglia, Manchester City, Psv Eindhoven, Stella Rossa, Steaua Bucarest.
Due madridisti da record
Luka Modric e Dani Carvajal collezionano la sesta vittoria in finale di Champions League con il Real Madrid, eguagliando il record di Paco Gento in Coppa dei Campioni. A quota 6 anche Toni Kroos, considerando anche quella del 2013 al Bayern ma in quell'occasione non scese in campo. Discorso simile per Nacho, che ha collezionato sei vittorie ma giocando solo le finali del 2018 e 2024.
L'albo d'oro
Questo l’albo d’oro della Champions League (già Coppa dei Campioni): 1955/1956 Real Madrid (Esp) 1956/1957 Real Madrid (Esp) 1957/1958 Real Madrid (Esp) 1958/1959 Real Madrid (Esp) 1959/1960 Real Madrid (Esp) 1960/1961 Benfica (Por) 1961/1962 Benfica (Por) 1962/1963 MILAN (ITA) 1963/1964 INTER (ITA) 1964/1965 INTER (ITA) 1965/1966 Real Madrid (Esp) 1966/1967 Celtic (Sco) 1967/1968 Manchester Utd (Eng) 1968/1969 MILAN (ITA) 1969/1970 Feyenoord (Ned) 1970/1971 Ajax (Ned) 1971/1972 Ajax (Ned) 1972/1973 Ajax Questo l’albo d’oro della Champions League (già Coppa dei Campioni): 1955/1956 Real Madrid (Esp) 1956/1957 Real Madrid (Esp) 1957/1958 Real Madrid (Esp) 1958/1959 Real Madrid (Esp) 1959/1960 Real Madrid (Esp) 1960/1961 Benfica (Por) 1961/1962 Benfica (Por) 1962/1963 MILAN (ITA) 1963/1964 INTER (ITA) 1964/1965 INTER (ITA) 1965/1966 Real Madrid (Esp) 1966/1967 Celtic (Sco) 1967/1968 Manchester Utd (Eng) 1968/1969 MILAN (ITA) 1969/1970 Feyenoord (Ned) 1970/1971 Ajax (Ned) 1971/1972 Ajax (Ned) 1972/1973 Ajax 2002/2003 MILAN (ITA) 2003/2004 Porto (Por) 2004/2005 Liverpool (Eng) 2005/2006 Barcellona (Esp) 2006/2007 MILAN (ITA) 2007/2008 Manchester United (Eng) 2008/2009 Barcellona (Esp) 2009/2010 INTER (ITA) 2010/2011 Barcellona (Esp) 2011/2012 Chelsea (Eng) 2012/2013 Bayern Monaco (Ger) 2013/2014 Real Madrid (Esp) 2014/2015 Barcellona (Esp) 2015/2016 Real Madrid (Esp) 2016/2017 Real Madrid (Esp) 2017/2018 Real Madrid (Esp) 2018/2019 Liverpool (Eng) 2019/2020 Bayern Monaco (Ger) 2020/2021 Chelsea (Eng) 2021/2022 Real Madrid (Esp) 2022/2023 Manchester City (Eng) 2023/2024 Real Madrid.
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