«Dopo la sconfitta di Berlino è mancata l’autocritica, l’assunzione di responsabilità, un confronto in Consiglio federale, a partire da una relazione del presidente Gravina. La data delle elezioni, anticipate, come primo passo mi è sembrata una risposta istintiva e non il frutto di una riflessione comune. Di certo, questa accelerazione ha reso utile e ancora più necessario l’emendamento Mulè, nella sua versione finale. Alla prima avrei dato parere negativo, lo avevo detto anche al presidente Uefa Ceferin, con cui in Germania ho avuto un confronto franco e costruttivo, contrariamente a ricostruzioni fantasiose e non corrette. In ogni caso, ora mi auguro che la norma, che verrà approvata nelle prossime ore, trovi attuazione immediata per libera volontà della Figc e delle sue componenti». Lo ha detto, in un’intervista a 'La Gazzetta dello Sport', il ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, tornando sulle conseguenze del flop della Nazionale agli Europei. «Cosa è successo alla Nazionale a Berlino? «Non lo so, ma spero si ripristini una scuola federale di selezionatori. Questo presuppone un Club Italia e un settore tecnico ripensati nella loro globalità. Io ho sempre espresso giudizi positivi su Spalletti, ma servono anche analisi e autocritica, che sono mancate. Quello che è successo non può essere un semplice 'capità o 'gli altri sono stati più fortì, noi siamo stati la versione peggiore di noi. Mi auguro - ha concluso Abodi - che per la Nations League abbiano fatto tesoro della sconfitta, ma a oggi non vedo segnali».