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Champions, parte la sfida del "tutti contro tutti". Si inizia con Juve-Psv e Milan-Liverpool

Uno stuzzicante tris di sfide italo-inglesi è il preambolo di lusso della nuova Champions formato campionato, la parata di stelle fiore all’occhiello della Uefa, risposta all’abortito progetto della Superlega: niente più gironi, è un tutti contro tutti con classifica generale nella prima fase. Solo per questa volta le 36 squadre qualificate avranno a disposizione tre giorni di fila: oggi svetta Milan-Liverpool, mercoledì tocca alla rivincita della finale 2023 Manchester City-Inter, giovedì chiude il cerchio Atalanta-Arsenal.

Il progetto è faraonico: la squadre passano da 32 a 36 per un totale di 189 partite (contro le 125 della 'vecchià formula) fino alla finale del 31 maggio a Monaco di Baviera. Verranno distribuiti proventi per 2,5 miliardi con un gettone di 18,6 mln a partecipazione, chi vince può incassare 150 mln di premi. Dentro al piatto ricco si ficcano cinque italiane (grazie al ranking degli ultimi anni). I cinque campionati maggiori si presentano con novità (Brest e Girona) o ritorni dal passato remoto (Stoccarda dal 2010, Bologna dal 1964 e Aston Villa dal 1983). Cambia la formula ma le favorite restano le stesse: i campioni recenti (Real Madrid e Manchester City), le blasonate e rinnovate Psg e Bayern, l’emergente Arsenal, la matura Inter, l'incognita Barcellona. Ma è soprattutto la passerella delle grandi star: da tempo non ci sono Messi e Ronaldo, per cui Mbappè, Vinicius, Bellingham, Haaland, Kane e Lewandowski vogliono ribadire la loro statura di protagonisti al cospetto della nouvelle vague: Yamal e Cubarsì del Barca, Olise e Musiala del Bayern, Endryck e Guler del Real, Saka e Calafiori dell’Arsenal, Wirtz del Leverkusen, Douè e Joao Neves del Psg. E tanti altri sono in rampa di lancio. Le 36 squadre fanno parte di un girone unico, con 4 gare in casa e 4 in trasferta, non c'è più il vincolo di andata-ritorno, per cercare di abolire la gare inutili.

La classifica di fine gennaio promuoverà agli ottavi le prime otto, le piazzate dal nono al 24/o spareggeranno, le posizioni in classifica garantiscono, sulla carta, avversari meno competitivi, col criterio del tabellone di tennis. Un viaggio nel futuro che fa felici tutti, visto che ci sono più partite in tv e più incassi. Al club delle big si iscrivono anche squadre di seconda fascia: Sturm Graz e Shakhtar, Bratislava e Sparta Parga, Young Boys e Stella Rossa. Ma a catturare l’occhio è Italia-Inghilterra, con Inter, Milan e Atalanta reduci da alti e bassi. I nerazzurri rivivono la sfida persa in finale col Manchester City che ha ritrovato Haaland cecchino inesorabile (9 gol in 4 partite); i rossoneri in pallida ripresa accendono le luci di San Siro per ricevere il Liverpool di Slot, partito a razzo e naufragato in casa col Nottingham; l’Atalanta, resettata da Gasperini coi nuovi acquisti, ha un compito arduo con l’Arsenal che ha mandato in crisi il Tottenham. Varie insidie troveranno all’esordio anche le altre big: i campioni del Real, finora a corrente alternata, affrontano l'emergente Stoccarda che ha aggregato l’ex atalantino Toure. Il Psg, con Barcola leader al posto di Mbappè, fa gli esami al Girona; il frizzante Barcellona di Yamal e Dani Olmo fa tappa a Montecarlo contro l’insidioso Monaco di Balogun; il Bayern della stella Musiala fa i conti con la Dinamo Zagabria di Pjaca; non un turno di routine per l’ambizioso Atletico di Simeone e Alvarez, alle prese con il Lipsia di Sesko, come anche per il Leverkusen di Xabi Alonso, Xhaka e Wirtz che gioca in casa del Feyenoord di Gimenez. Dopo un anno di assenza torna anche la Juve di Thiago Motta, che riceve allo Stadium il Psv che ha ingaggiato l’ex romanista Karsdorp. L’incerto Bologna di Italiano prova a riscattare un opaco inizio di stagione nella festa del Dall'ara con lo Shakhtar dei sette brasiliani e del fantasista Sudakov. Ma anche dagli altri sette incroci sono attesi emozioni e gol. Il grande spettacolo della nuova Champions è pronto a offrire numeri da record nella maratona di incontri che si concluderà il 31 maggio a Monaco, in casa Bayern.

Finalmente Champions per la Juve: "Non vediamo l'ora"

È stata una sorta di calvario e ora la Juventus si prepara al grande ritorno in Champions: «Siamo emozionati e non vediamo l’ora di risentire quella musichetta così speciale» dice Manuel Locatelli sul clima che si respira alla Continassa. A distanza di 685 giorni dall’ultima volta, allo Stadium si tornerà a vivere una notte di Champions dopo Juve-Psg del 2 novembre 2022. In realtà sarà un pomeriggio, dal momento che contro il Psv Eindhoven si gioca alle 18.45, ma l'atmosfera è quella delle grandi occasioni: sono attesi circa 40mila spettatori, nessuno vuole perdersi questo momento. E per qualcuno è davvero tanto speciale: «Io e il mio staff abbiamo lavorato tanto e duramente per poter vivere emozioni così, è un grande orgoglio iniziare questo percorso» spiega Thiago Motta, uno che da giocatore ha vinto il trofeo per due volte (con il Barcellona nel 2005/2006 e con l’Inter nel 2009/2010), ma che da allenatore deve ancora muovere i primi passi. Lo farà alla guida della Juve dopo averla conquistata, sul campo, con il Bologna, adesso vuole godersi tutto con la stessa mentalità di sempre: «Ho letto che hanno fatto uno studio su quanti punti servano per la qualificazione diretta e dicono 23, ma a me non interessa e penso solo a una gara per volta» la solita filosofia dell’italo-brasiliano. Era abituato al format dei gironi, ora ci sarà questo «tutti contro tutti» che lo stimola ugualmente: «La formula di prima mi piaceva tantissimo, ma anche quella nuova è bella e sarà importante partire bene facendo risultato contro un’ottima squadra» dice Thiago Motta alla vigilia. Gli olandesi sono temibili, unica formazione a punteggio in "Eredevise" con 15 punti in cinque gare e ben 20 gol fatti: «Abbiamo visto i loro video e sono forti, ma proveremo a mantenere il pallino del gioco e dobbiamo pensare soltanto a noi» le parole di Locatelli sul primo esame da Champions. Anche perché c'è da ritrovare quella brillantezza offensiva che, dopo il 6-0 complessivo contro Como e Verona, non si è più rivista nei due 0-0 di fila tra Roma ed Empoli: «Il pareggio in Toscana non è stato il risultato che volevamo, ma è un capitolo chiuso e pensiamo soltanto a partire bene in Champions» la richiesta dell’allenatore ai suoi ragazzi. Vlahovic è finito dietro alla lavagna, il serbo è rimasto a secco in tre partite su quattro in questo avvio di campionato: «Deve accettare le critiche e andare avanti, consapevole di avere lo spirito giusto e tornerà a segnare come ha sempre fatto - il messaggio di Thiago Motta al bomber bianconero - e anche la squadra deve metterlo nelle condizioni migliori per poter colpire». Per il Psv potrebbe rivedersi capitan Danilo, serve anche la sua esperienza in una squadra giovane e con tanti esordienti in Champions: «Sta bene, tutti devono continuare ad allenarsi con questa determinazione» dice sul classe 1989, utilizzato soltanto nei cinque minuti finali della sfida contro il Verona. E poi c'è tanta curiosità di vedere Koopmeiners in campo internazionale con la Juve: «Non sembra che non si sia allenato per un mese, sta bene e ha fatto un grande sforzo per poter arrivare qui da noi» conclude Thiago Motta.

Fonseca: "Ci vuole un Milan perfetto per battere il Liverpool"

La perfezione. E’ quanto chiede Paulo Fonseca al suo Milan per battere il Liverpool. Nessun errore in difesa anche perché «se sbagli anche solo una volta, loro ti fanno gol». La squadra rossonera, così altalenante, imprecisa, spesso disattenta in questo avvio, dovrà fare novanta minuti perfetti per dare continuità alla vittoria con il Venezia. Ora si fa sul serio, ora si capirà davvero se la crisi del Milan è superata. «Il Liverpool è una grandissima squadra, tra le più forti in Europa. Gioco forte - ammette Fonseca - e con individualità che conosciamo. Dobbiamo essere difensivamente perfetti per poter vincere questa partita. Contro queste squadre non possiamo sbagliare, se sbagli una volta loro segnano. Dobbiamo difendere tutti per attaccare con stabilità. E' un’opportunità di dimostrare che stiamo crescendo e imparando. Giocare contro il Liverpool, dà la possibilità di dimostrare il nostro valore e come stiamo migliorando». Contro i Reds il Milan saprà a che punto è nel suo percorso con il nuovo allenatore. E’ la prova del nove in una settimana delicatissima. Perché la Champions conta, e parecchio, ma è solo la prima partita. E domenica c'è una gara che ormai vale quasi mezza stagione, un derby che il Milan non vince da troppo tempo e che è diventato un’onta da cancellare. «Possono giocare anche gli stessi giocatori sia contro il Liverpool che nel derby - spiega Fonseca - ma posso anche avere in testa la possibilità di cambiare formazione. Questa settimana abbiamo tre partite e devo pensare a tutte le partite. Domani è la più importante perché è la prossima, ma non posso dimenticare che abbiamo anche il derby». In Champions giocherà Morata titolare, leader in campo e fuori. Lo spagnolo è seduto al fianco di Fonseca in conferenza stampa e si percepisce il suo grande carisma, la sua esperienza. Usa parole forti, entusiaste. Carica di responsabilità la squadra affermando che il Milan «può vincere contro tutti» e ammettendo anche le recenti difficoltà «eravamo un pò umorali». "Quando indossi la maglia del Milan devi sognare perché sulla manica c'è scritto 7 (Champions ndr) ed è una responsabilità. C'è tanta qualità in questa squadra e possiamo vincere contro chiunque. Noi siamo qui per vincere, il Milan deve vincere. Nelle ultime settimane c'è stato un cambiamento. Dobbiamo essere consapevoli di essere qui per vincere e non per passare il tempo. Ora crediamo di più di poter lottare con tutti. Prima eravamo un pò umorali: se subivamo un gol - racconta l'attaccante del Milan - andavamo giù, se dominavamo andavamo più forte. Se non ci crediamo noi, non ci crederà nemmeno la gente». Per ora non si registra il tutto esaurito a San Siro. Sono stati venduti oltre 55 mila tagliandi e le casse saranno aperte anche il giorno della partita. In campo si sfideranno due club che sono stati capaci di sollevare per tredici volte la coppa dalle grandi orecchie. Le finali in cui si sono affrontati hanno fatto la storia, con il ricordo amaro di Istanbul e dolce di Atene per il Milan. E’ un match complicato contro una squadra che ha cambiato molto e che ha fallito contro il Nottingham nell’ultima giornata dopo tre ottime partite. Il Milan invece è reduce da una netta vittoria sul Venezia dopo tre delusioni. Un altro crollo prima del derby però potrebbe rigettare il Milan nello sconforto delle prime partite. Per quanto possa essere complicato, serve una notte da grande Champions come il Milan ha nel suo Dna. A Milanello è tornato anche Zlatan Ibrahimovic dopo alcuni giorni lontano in cui è comunque rimasto in contatto. Non c'era a Roma e non c'era col Venezia, ma sugli spalti era presente Gerry Cardinale. Ibra le conosce bene le grandi notte europee e avrà caricato la squadra per una sfida in cui il Milan per vincere dovrà essere perfetto.

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