Il Napoli soffre con il Como ma vince e allunga in testa. Il Verona (con un autogol) si aggiudica il derby con il Venezia
Napoli-Como 3-1
MARCATORI: 1' pt McTominay, 43' pt Strefezza, 8' st Lukaku (rig.), 41' st Neres. NAPOLI (4-3-3): Caprile 6; Di Lorenzo 6, Rrahmani 6.5, Buongiorno 5.5, Olivera 6.5 (43' st Spinazzola sv); Anguissa 6, Lobotka 7 (45' +1' st Gilmour sv), McTominay 7.5; Politano 6.5 (34' st Mazzocchi sv), Lukaku 7.5 (43' st Simeone sv), Kvaratskhelia 6.5 (34' st Neres 7). In panchina: Contini, Turi, Juan Jesus, Zerbin, Ngonge, Marin, Raspadori. Allenatore: Conte 6.5 COMO (4-2-3-1): Audero 6; Van der Brempt 6 (38' st Engelhardt sv), Dossena 5.5, Kempf 5.5, Moreno 5 (45' +1' st Sala sv); Sergi Roberto 5, Perrone 5.5; Strefezza 7 (38' st Belotti sv), Paz 6, Fadera 5 (23' st Verdi 6); Cutrone 5 (45' +1' st Gabrielloni sv). In panchina: Vigorito, Reina, Goldaniga, Iovine, Baselli, Jasim, Fellipe Jack, Braunoder, Da Cunha, Mazzitelli. Allenatore: Fabregas 5.5 ARBITRO: Feliciani di Teramo 5.5 NOTE: cielo sereno, campo in buone condizioni. Ammoniti: Buongiorno, Strefezza, Conte (all.). Angoli 4-1. Recupero 1' pt, 5' st. Il Napoli sempre più targato Antonio Conte batte il Como e tenta la fuga in testa alla classifica, in attesa della risposta delle avversarie. La gara per gli azzurri non è per niente facile perché il Como si conferma una formazione solida e dotata di schemi validi messi a punto da Fabregas e di grandi qualità tecnico-tattiche. La superiorità della squadra di casa si vede solo nella ripresa perché nel primo tempo è il Como a dare spettacolo e a dominare il campo. Le cose si mettono subito bene per il Napoli che dopo appena 25 secondi di gioco è già in vantaggio. McTominay si addentra in area di rigore, riceve il pallone da Lukaku, controlla e lo spedisce in rete con una conclusione rasoterra. L’idea che per gli azzurri la partita possa trasformarsi in una passeggiata si fa largo nella mente dei tifosi, che in 50mila riempiono il Maradona per sostenere la squadra nel tentativo di fuga in vetta alla classifica, ma si tratta di una convinzione che in pochissime battute si rivela falsa. E’ infatti la squadra di Fabregas a prendere subito in mano il pallino del gioco e a riversarsi nella metà campo avversaria, servendosi di una straordinaria fluidità nel gioco e mettendo in mostra manovre avvolgenti che mettono continuamente in difficoltà gli uomini di Conte. Nico Paz conduce le danze e sfiora due volte il gol con altrettante conclusioni di sinistro a giro dalla distanza, la prima delle quali sfiora il palo alla destra di Caprile e la seconda lo colpisce in pieno. Il Napoli è lento nelle coperture e non esercita la solita pressione aggressiva sui portatori di palla avversari. I centrocampisti di Conte sono poco attenti anche nella chiusura delle linee di passaggio e Lukaku e Kvaratskhelia rimangono del tutto assenti dal gioco che si sviluppa sempre dalla parte opposta del campo rispetto al fronte offensivo dei padroni di casa. I tempi per il meritato pareggio per i lariani sono ormai maturi quando Strefezza, con un diagonale rasoterra da destra, coglie il bersaglio al 42'. Nell’intervallo è presumibile che l’intervento di Conte sia intenso perché il Napoli ritrova l’aggressività che aveva smarrito. I risultati concreti di questo mutato atteggiamento si vedono dopo sette minuti. Olivera recupera il pallone ai limiti dell’area di rigore e scambia con Lukaku. L’uruguaiano entra in area e viene toccato da dietro da Roberto. L’arbitro assegna il calcio di rigore che Lukaku trasforma. La partita diventa molto più equilibrata di quanto non fosse stata nel primo tempo anche perché Lobotka prende in consegna Nico Paz e il contributo dello spagnolo al gioco dei comaschi si riduce sempre di più con il passare dei minuti. Nel finale di gara Conte fa entrare Mazzocchi e si schiera con la difesa a cinque. A cinque minuti dalla fine è Neres a mettere il sigillo sulla gara degli azzurri. Il brasiliano riceve il pallone da Lukaku (un gol e due assist per il belga) e lo spedisce in fondo alla rete con un rasoterra sull'uscita di Audero. Lo stesso Neres nel recupero sfiora il gol del 4-1 che avrebbe condannato il Como a una punizione troppo severa.
Verona - Venezia 2-1
MARCATORI: 3' pt Oristanio, 9' pt Tengstedt; 36' st autogol Joronen. HELLAS VERONA (4-4-2): Montipò 6; Tchatchoua 6, Magnani 6.5, Ghilardi 6 (43' st Coppola sv), Bradaric 6; Livramento 6 (33' st Sarr sv), Belahyane 6.5, Duda 6.5 (33' st Dani Silva sv), Lazovic 6.5; Mosquera 6 (20' st Kastanos 6.5), Tengstedt 7 (43' st Okou sv). In panchina: Berardi, Perilli, Daniliuc, Faraoni, Lambourde, Sishuba, Ajayi, Cissè, Corradi. Allenatore: Zanetti 6.5. VENEZIA (3-5-1-1): Joronen 5; Idzes 6, Svoboda 6, Sverko 5.5 (39' st Raimondo sv); Candela 5.5, Doumbia 5.5 (16' st Ellertsson 5.5), Nicolussi Caviglia 6.5, Busio 5.5, Haps 6 (16' st Zampano 5.5); Oristanio 6.5 (27' st Yeboah 5.5); Pohjanpalo 5.5 (27' st Gytkjaer 5.5). In panchina: Bertinato, Grandi, Stankovic, Altare, Sagrado, Crnigoj, Schingtienne, Andersen, Carboni, El Haddad. Allenatore: Di Francesco 5.5. ARBITRO: Guida 6. NOTE: serata serena; terreno di gioco in buone condizioni. Ammoniti: Bradaric, Duda, Magnani. Angoli: 13-6 per il Verona. Recupero: 1'; 4'. Il vantaggio iniziale, il pari subito pochi minuti dopo e il ko nei minuti finali. Il Venezia vede ripetersi quello che sembra ormai un leit-motiv nella sua stagione e cade nel derby del Veneto: rimonta e vince 2-1 l’Hellas Verona, trascinata da Tengstedt e favorita dall’errore di Joronen (autogol). Inutile la rete in apertura di Oristanio. Paolo Zanetti prova ad aggredire i rivali con un assetto estremamente offensivo: Livramento e Lazovic esterni, Mosquera-Tengstedt insieme in attacco in un 4-4-2. Manca però qualcosa a livello difensivo al suo Verona, che si fa sorprendere dopo soli due minuti: la difesa è posizionata malissimo su un corner, Oristanio svetta e firma il vantaggio del Venezia. L'Hellas ha un paio di minuti nei quali rischia di capitolare, poi si risveglia e aggredisce gli arancioneroverdi. Lazovic va vicino al pari, che arriva al 9': Mosquera ispira Tengstedt, che insacca l’1-1 con uno splendido tiro al volo. L’ex Benfica si conferma un fattore nella stagione dell’Hellas ed è immarcabile per il Venezia, sfiorando due volte la doppietta. Rispondono a tono i lagunari, che sprecano con Haps e vanno vicini al bis con Oristanio. La partita è vibrante e, col passare dei minuti, si amplia il dominio del Verona: il Venezia perde regolarmente le marcature sui corner e rischia, con Magnani poco preciso. Si va al riposo sull'1-1 e gli ospiti spaventano subito Zanetti: Busio calcia, Montipò devia. Risponde Magnani, che non trova la porta di testa, ma il Venezia sembra avere un impeto migliore: Oristanio e Sverko flirtano col vantaggio, senza trovarlo. Joronen salva i suoi sulla conclusione di Duda, poi li condanna all’81': erroraccio sulla conclusione di Kastanos, autogol e 2-1. Ancora una volta il portiere, salvifico in Serie B, si rivela lo sfortunato artefice di un ko dei lagunari. La scena si ripete e Di Francesco, punito nuovamente dai calci piazzati, prova il tutto per tutto inserendo Raimondo e passando al tridente. Zanetti risponde chiudendosi coi cinque difensori e ripartendo con efficacia: più chances per il Verona che per il Venezia nei minuti finali, e il derby si tinge di gialloblù. L’Hellas vince 2-1 e torna al successo dopo tre ko consecutivi, quattro nelle ultime cinque gare: Zanetti sale a 9 punti, Di Francesco resta penultimo a quota 4. Il suo Venezia non sembra imparare dai suoi errori e li paga carissimi: la vittoria nel derby manca dal 2007/08 e dalla C1.