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Juve, parte l'era Tudor: "C'è da mettere il casco e pedalare". Giuntoli: "C'era preoccupazione, cerchiamo la svolta"

"C'è da mettere il casco e pedalare, bisogna mettere cattiveria ma senza ansia, senza pressione. Mi piace attaccare? Io voglio che la gente si diverta, bisogna sempre fare un gol in più ma bisogna anche correre e difendere. Mi piace attaccare con tanti ma anche non prendere gol. Il lavoro deve essere completo, gestire i giocatori, i cambi durante la gara. Il calcio deve andare nella direzione di essere sempre più interessante perchè il mondo è sempre più esigente". Così Igor Tudor, durante la sua conferenza stampa di presentazione come nuovo allenatore bianconero. Il suo esordio sarà sabato contro il Genoa di Vieira: "E' una squadra pericolosa, Patrick è un allenatore capace, li rispettiamo tanto ma consapevoli dei nostri mezzi".

"Qui per me una scuola di vita, Lippi un simbolo"

"Se ho preso qualcosa dagli allenatori che ho avuto? Diciamo che non ho avuto allenatori scarsi, Lippi, Capello, Ancelotti, qualcosa hanno vinto... È stata una scuola di vita, di tutto, è chiaro che quegli anni là mi hanno costruito. Sono venuto qui a 20 anni, sono andato via a 27-28, sono anni importanti nella crescita di una persona". Così Igor Tudor, durante la sua conferenza stampa di presentazione come nuovo allenatore bianconero. "Lippi? Lui mi ha portato alla Juve, è andato via e poi è tornato. Se penso a lui, penso alla Juve perchè rappresenta tanto di questo club nel suo modo di fare, di allenare, di comunicare, di gestire lo spogliatoio. È una persona a cui voglio bene".

"Vivo il presente, faccio scelte di cuore"

"Nella mia carriera ho iniziato ad allenare abbastanza presto, ho girato abbastanza. A volte posso essere particolare ma faccio le scelte col cuore, si vive il presente. Avere 10 anni di contratto o meno cambia poco, io faccio uguale il mio lavoro". Così Igor Tudor, durante la sua conferenza stampa di presentazione come nuovo allenatore bianconero.

Giuntoli: "C'era preoccupazione, cerchiamo la svolta"

L’attenzione era tutta per Igor Tudor, ma anche Cristiano Giuntoli aveva i riflettori puntati addosso nel giorno della presentazione ufficiale del nuovo tecnico Juve alla stampa. Già, perché tra la fiducia rinnovata a Thiago Motta dopo lo 0-3 di Firenze e l’esonero dello stesso italo-brasiliano è passata esattamente una settimana: «Durante la pausa nazionali ci siamo presi del tempo, a mente fredda abbiamo analizzato l’andamento delle ultime gare e ci hanno dato preoccupazione non solo le sconfitte, ma anche per come sono avvenute - la spiegazione del dt bianconero sul ribaltone in panchina - e di conseguenza abbiamo deciso di dare una sterzata perché pensiamo sia importante per la squadra e per la Juve». Durante lo scorso, frenetico week-end si erano rincorse tante voci di possibili sostituti che portavano soprattutto al profilo di Roberto Mancini, «Ma le nostre scelte sono andate subito su Igor (Tudor, ndr) - chiarisce Giuntoli - non solo per il suo passato alla Juve ma anche per le sue qualità tecniche, umane e morali: potrà garantirci da subito una maggiore competitività». Il contratto così corto fa presupporre che il croato ricopra il ruolo del «traghettatore», ma il dt non la vede così: «La speranza è quella di continuare insieme perché ha qualità importanti per continuare il progetto - conclude Giuntoli - e Igor rimarrà con noi fino alla fine della stagione, compreso il Mondiale per club, poi ci siederemo attorno a un tavolo: questa squadra può dare grandi soddisfazioni nel prossimo futuro e siamo fiduciosi data la giovane età, l’esperienza di un anno tutti insieme». Il dt bianconero ha voluto anche lanciare un ringraziamento pubblico verso chi ormai non fa più parte della Juve: «Ringrazio Thiago Motta e il suo staff per l’impegno profuso in questi mesi, il rapporto con il mister rimarrà grande, di stima, rispetto e confronto quotidiano - il saluto di Giuntoli all’italo-brasiliano - e potrà fare l’allenatore a grandi livello: gli auguro tutto il bene». (ANSA).

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