Un importante messaggio di unione tra popoli, mediato dalla fede religiosa, nel thriller politico “Infidel” di Cyrus Nowrasteh che, dopo il grande successo negli Stati Uniti, sarà disponibile da oggi in esclusiva su Amazon Prime Video. Un film d’azione ambientato in Iran che, attraverso personaggi controversi e colpi di scena, propone un definitivo abbattimento delle barriere tra fedi differenti; e lo fa partendo dalla vicenda del giornalista statunitense Doug Rawlins (Jim Caviezel), rapito da agenti iraniani mentre si trova al Cairo. L’uomo, sottoposto a un processo con pesanti accuse di spionaggio, sarà aiutato dalla moglie Elizabeth (Claudia Karvan), funzionaria del Dipartimento di Stato, che si recherà in Medio Oriente per mettere a punto una spericolata operazione di salvataggio, coinvolgendo spie, agenti e infiltrati. Fra cui l’italiana Maria Landi, interpretata da Isabelle Adriani, attrice e giornalista; ma anche scrittrice di fiabe e cantante specializzata in fischio melodico. Un talento completo, che ha stregato anche Al Pacino e il suo manager John Burnham. Una performance a Santa Monica, alla presenza di Woody Allen, realizzata grazie all’ingaggio di Burnham, ha aperto all’artista umbra le porte di Hollywood e polarizzato l’attenzione di Giuseppe Tornatore, che l’ha voluta come fischiatrice in “Baarìa”.
Una donna dalle molte sfaccettature, come il personaggio che interpreta. «Maria è un agente segreto di una grandissima organizzazione internazionale – ci racconta – e sotto la veste della giornalista inviata nasconde altre identità. Addestrata nel suo mestiere e impegnata in diverse scene d’azione, è circondata da una fitta aura di mistero: ogni sua parola non è casuale, va interpretata. Per cui c’è stata una grande preparazione sul personaggio. Essendo io stessa una giornalista sono riuscita a renderla credibile dal punto di vista professionale, ma rispetto al suo lato “spionistico” è stato più complesso, per la necessità di mantenere costantemente un atteggiamento ambiguo».
Che emozione è lavorare accanto a un attore come Jim Caviezel?
«È molto carismatico e con una forte impronta spirituale, proprio come il protagonista del film. E’ anche una persona di grande cultura, e fuori dal set parlava spesso della sua fede profonda. Non a caso ha realizzato film sulla vita di personaggi controversi legati a questo argomento, oltre a “La Passione di Cristo”. Come tutti i grandi professionisti riescea trasmettere serenità».
Grazie a “Baarìa” hai conosciuto in sala d’incisione Ennio Morricone, omaggiato nell’album del 2016 “Tribute”. Un ricordo del Maestro.
«Morricone ha voluto sentire come fischiavo l’opera e per lui fischiai la “Turandot”. Mi battezzò come la sua “fischiatrice preferita”, e me lo scrisse sul libro del film regalatomi da Tornatore. Una grande testimonianza di stima che porterò sempre nel cuore. Mi propose anche un concerto insieme, che purtroppo non abbiamo fatto in tempo a realizzare. Anche da ragazzina lo vivevo come un mito, essendo allieva della maestra di canto Edda Dell’Orso, sua corista nei film di Sergio Leone. Posso dire che col Maestro c’è stata una lunga storia che non ha avuto il lieto fine sperato».
Durante il lockdown hai raccontato fiabe ai bambini autistici per All Inclusive Sport, progetto no profit di CSV Emilia. Che esperienza è stata?
«Una gioia immensa, soprattutto perché ho conosciuto personalmente questi bimbi stupendi quando li ho invitati al castello dove vivo con mio marito, in una giornata bellissima dedicata alle fiabe. Nelle mensole di casa ho personaggi da collezione che rappresentano le fiabe classiche delle tradizioni di tutto il mondo e durante il lockdown li mostravo ai bambini via Zoom; loro ne sceglievano uno ed io inventavo ad impronta una storia. È stata un’esperienza significativa che continua. Il progetto è quello di realizzare incontri settimanali e mensili su fiabe e teatro».
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