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"Tulipani di seta nera", al Festival del corto un grande valore: la diversità

In gara giovani talenti, e c'è l'attrice Maria Grazia Cucinotta. I 60 finalisti da oggi sulla piattaforma di Rai Cinema Channel. Per la Sicilia in gara i registi Paolo Inglese, Angelo Faraci e Fabio Leone, per la Calabria Lele Nucera e Paolo Paparella

La macchina da presa come mezzo per filmare realtà e coscienze, con il focus sulle problematiche che impediscono il progresso verso una società più solidale. Il Festival Internazionale Film Corto “Tulipani di Seta Nera” ritorna con la quattordicesima edizione, dal 3 al 6 giugno, all’Auditorium della Conciliazione di Roma, con l’obiettivo di promuovere una comunità più sensibile e integrata, attraverso i lavori di giovani registi talentuosi. Protagonisti della gara, giovani autori di cortometraggi che narrano la diversità come valore, penetrandone l’essenza e mettendone a fuoco le tante sfaccettature.

Realizzato dall’associazione di promozione sociale “Università Cerca Lavoro”, in partnership con Rai Cinema e Segretariato Sociale Rai, l’evento è stato presentato dal presidente Diego Righini, in diretta streaming dalla Direzione generale cinema e audiovisivo del ministero della Cultura, sulle pagine social della manifestazione e sulla piattaforma Rai Cinema Channel. Presenti anche Nicola Borrelli (direttore generale Cinema e audiovisivo del ministero della Cultura), Paolo Del Brocco (Ad Rai Cinema) e Giovanni Parapini (Direttore Rai per il Sociale) che hanno concordemente sottolineato il doppio obiettivo del festival, nel valorizzare il corto come formato di produzione audiovisiva di rango, dando tempo visibilità e supporto ai registi emergenti.

Ma l’evento rappresenta anche un unicum nel panorama cinematografico italiano, come ha specificato Parapini: «Il Festival è un esempio concreto di costruzione di uno spazio senza confini in grado di guidare il pubblico verso una diversa prospettiva del mondo, alla riscoperta di quei valori sociali la cui memoria e identità vanno protette e salvaguardate perché, senza di esse, la transizione ecologica e digitale, tanto evocate, rischiano di perdersi nel vuoto di significati delle nostre coscienze».

«Abbiamo voluto mettere a disposizione del Governo Draghi il nostro progetto culturale – ha sottolineato Righini – per rilanciare tutti i messaggi dell’audiovisivo per la Transizione Ecologica e Sociale, e guardare alla disabilità, ai giovani e ai territori svantaggiati, per creare opportunità nuove, nel segno della modernità». 60 i corti finalisti in gara per il “Premio Sorriso Rai Cinema Channel”, annunciati dal direttore artistico Paola Tassone, e disponibili da oggi sulla piattaforma di Rai Cinema Channel (http://www.tulipanidisetanera.rai.it/).

Interessanti i temi di fondo dei lavori in corsa per il premio. Molti i film che testimoniano il vivere in tempo di pandemia, alcuni centrati su tematiche affettive, come l’impossibilità di dare l’ultimo saluto ai propri cari morti di Covid, altri che guardano oltre, alla speranza che si possa rinascere attraverso la bellezza dell’arte. Anche la condizione femminile tra i contenuti trattati, con uno sguardo specifico sempre all’attuale periodo storico, in cui le donne stanno pagando lo scotto maggiore. Nell’ottica di una fotografia a 360 gradi della realtà, qualche riferimento alla piaga della scomparsa dei minori e alla malattia mentale; contenuti, questi ultimi, del corto “Sacrificio disumano” di Pierfrancesco Campanella, con l’attrice messinese Maria Grazia Cucinotta.

Siciliani anche tre registi. Paolo Inglese, nato a Caltanissetta e messinese d’adozione, che affronta il tema del pregiudizio nel suo “Non me l’aspettavo”; Angelo Faraci, di Palermo, che tratta gli abusi sui minori in “Regenerate”; l’ennese Fabio Leone con “Temporama”, corto sulle molte sfaccettature della diversità.
A tenere alta la bandiera della Calabria – il regista Mimmo Calopresti, calabrese di Polistena, è direttore artistico della sezione Documentari del Premio – i registi Lele Nucera, di Siderno, con “Respira”, sul tema della legalità, e Paolo Paparella con “Paura”, incentrato sull’argomento del coming out e dell’omofobia.
“Tulipani di Seta Nera” è promosso nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola di Mibact e Miur e vede come partners istituzionali Inail, Anmil, Asvis, Enit, Ens e Fondazione Univerde.

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