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"A Chiara": a Cannes il cinema "calabrese" firmato Jonas Carpignano

Riscatto italiano, con altri tre film: "Europa", "Futura" (docu a sei mani sull'idea di futuro dei nostri giovani), "Re Granchio"

Alla Quinzaine des Realisateurs è riscatto Italia dopo “Tre piani” di Nanni Moretti, unico film in corsa per il nostro Paese, e “Piccolo corpo” di Laura Samani nella Semaine de la critique: approdano infatti alla sezione parallela del Festival di Cannes (6-17 luglio) e non competitiva («che si distingue per libertà e carattere») ben quattro film italiani molto diversi tra loro. Si tratta di “A Chiara” di Jonas Carpignano, un ritorno per il regista che era già stato sulla Croisette quattro anni fa con “A Ciambra”; “Europa” di Haider Rashid, iracheno nato e cresciuto a Firenze; “Futura”, documentario di Alice Rohrwacher (Lazzaro felice), Pietro Marcello (Martin Eden) e Francesco Munzi (Anime Nere), su come gli adolescenti italiani guardano al futuro e, infine, “Re Granchio”, secondo lungometraggio, e il primo di finzione, di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis.

Il delegato generale della Quinzaine, l’italiano Paolo Moretti, ha annunciato anche l’assegnazione della Carrosse d’Or, il premio alla carriera, al documentarista americano Frederick Wiseman, autore di capolavori come “Ex libris” e “Boxing Gym”. Film d’apertura “Ouistreham” di Emmanuel Carrère con Juliette Binoche, distribuito in Italia da Teodora.

Tornando agli italiani, A Chiara, co-produzione Italia, Francia e Svezia, per Jonas Carpignano, italoamericano e “calabrese d’adozione”, è il terzo film dopo “Mediterranea” (presentato nel 2015 alla Semaine de la Critique, ha vinto il Gotham Independent Film Awards 2015 ed il National Board of Review Awards 2015 nella categoria "Miglior Regista Esordiente" ed ha ricevuto tre candidature agli Independent Spirit Awards 2016) e “A Ciambra” (ambientato nella comunità Rom di Gioia Tauro, aveva tra i produttori esecutivi Martin Scorsese e nel 2017 alla Quinzaine des Réalisateurs aveva vinto l'onorificenza che ha permesso al film di ricevere il sostegno dell'Europa Cinemas Network, ed era stato selezionato per rappresentare l'Italia ai premi Oscar 2018 nella categoria Oscar al miglior film in lingua straniera; ha vinto due David di Donatello, tra cui quello per il miglior regista, e un Ciak d’oro).

Chiara Guerrasio è la protagonista, una quindicenne che inizia ad indagare sui motivi che hanno spinto il padre Claudio a lasciare Gioia Tauro, il giorno dopo la festa per il diciottesimo della sorella. «Più si avvicinerà alla verità, più sarà costretta a riflettere su che tipo di futuro vuole per se stessa», si legge nella sinossi. Il fuoco della narrazione di Carpignano – un “cinema del reale” che sta tra finzione e documentario – è la Calabria delle spaventose contraddizioni, delle enclave, delle marginalità eppure delle comunità solidali, che sviluppano reti di affetti, di rapporti, di senso. Realtà che nessuno esplora.

Tutt’altra storia per Futura di Marcello, Munzi e Rohrwacher prodotto da Avventurosa con Rai Cinema. Si tratta infatti di un’inchiesta dei tre registi per esplorare l’idea di futuro di ragazze e ragazzi tra i quindici e i venti anni, incontrati in un lungo viaggio attraverso l’Italia. «Dal nostro primo incontro – dicono i tre registi – , la nostra idea è stata quella di realizzare un’opera autenticamente collettiva. Così nasce Futura, un lavoro condiviso che ha lo scopo di raccontare i giovani italiani e tratteggiare, attraverso i loro occhi e le loro voci, un affresco del Paese».

Per l’Italia alla Quinzaine ci sarà anche Europa di Haider Rashid che uscirà in sala con I Wonder Pictures. Il regista racconta il difficile viaggio di un giovane iracheno, Kamal, attraverso la frontiera tra Turchia e Bulgaria, ovvero la cosiddetta “rotta balcanica”. Kamal viene catturato dalla polizia di frontiera bulgara, ma riesce a scappare, cercando una via di fuga in una foresta popolata da un sottomondo dove le leggi non esistono.
Re Granchio di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, due registi Italo-americani amanti delle leggende popolari, racconta la storia, evocata da alcuni cacciatori, di Luciano, un ubriacone che vive in un borgo della Tuscia a fine Ottocento. La sua ribellione al dispotico principe locale lo ha reso un reietto della sua comunità. Per difendere la donna che ama dal principe, Luciano commette un atto che lo costringe a fuggire nella Terra del Fuoco.

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