A New York Tony Masseria (Michele Ragno), Joe Cavallo (Guglielmo Poggi) e Nick Di Maggio (Giuseppe Maggio) sono tre ragazzi come tanti altri con sogni, aspirazioni e progetti: Nick è un chitarrista che sta per entrare nel talent show più famoso d’America, Joe un cadetto dell’accademia di polizia e Tony un insegnante di danza dalla sessualità incerta e con ambizioni da coreografo. Ma c’è un’altra cosa che li accomuna: sono tutti e tre figli di mafiosi. Questa la trama di “The School of Mafia”, black-comedy macchiettistica tra western, fumetto e stereotipi, a firma di Alessandro Pondi e in sala da domani con 01. È inevitabile che il destino di questi tre ragazzi con ingombranti genitori non sia troppo facile, tanto più che quest’ultimi prendono una decisione irreversibile: rapirli per portarli in Sicilia, alla scuola di Don Turi ‘u Appicciaturi (l’attore messinese Nino Frassica), il Padrino più temuto, che avrà il compito di addestrarli a diventare dei veri boss.
«Mi sono ispirato un po’ a me stesso – dice scherzando Frassica all’incontro stampa – . Comunque è giusto che in questo film i mafiosi sono visti non solo come cattivi, ma anche come molto fessi e deficienti. Insomma questa volta finalmente una mafia che non ispira senza nessuna voglia di emulazione».
Comunque in “The School of Mafia” tante le prove da affrontare per questi ragazzi educati forzosamente alla mafiosità e al suo primo principio: negare sempre tutto. Alla fine di questo lungo e difficile percorso comunque Tony, Nick e Joe sapranno davvero cosa vogliono diventare. I tre sfortunati padri dei ragazzi sono: Emilio Solfrizzi (Donato Cavallo), Fabrizio Ferracane (Primo Di Maggio) e Paolo Calabresi (Vito Masseria).
Nel cast anche Maurizio Lombardi (Salvo Svizzero), Giulia Petrungaro (Rosalia), Giulio Corso (Tano Beddafazza), Mario Pupella (Mimmo Panebianco), Tony Sperandeo (Frankie Ghost) e la partecipazione di Paola Minaccioni (Carmela). «La considero una black-comedy western – spiega il regista , cosceneggiatore di due cinepanettoni come Natale a Beverly Hills e Natale in Sudafrica, e al suo terzo film da regista, dopo Chi m’ha visto e Tutta un’altra vita – . Comunque per me è stato un omaggio divertito a Ettore Scola, Sciascia e Carpenter».
Ancora da Frassica l’aneddoto più bello di mafia e cinema: «Quando era ragazzo vedevo i mafiosi entrare al cinema senza pagare, ma solo salutando chi era alla cassa con un semplice: buonasera. Facevo anche io lo stesso, ma sempre avendo paura che, prima o poi, qualcuno mi scoprisse...».
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