Lunedì 23 Dicembre 2024

"La grande guerra del Salento", un film per non dimenticare. Un messinese nel cast

L'attore di origini messinesi Marco Leonardi e il palermitano Riccardo Lanzarone

Mentre la Storia registra nella memoria la tragedia di due guerre mondiali, nel microcosmo di due paesini del Salento se ne consuma un’altra, che ha per protagonisti gli abitanti di Supersano e Ruffano, entrambi nel leccese. Un conflitto nato da progetti di potere, deliri di onnipotenza e un pizzico di follia, che sfocerà nei sanguinosi eventi legati a una partita di pallone. Nel 2018 Bruno Contini, ex dirigente scolastico, racconta tutto questo nel libro “La grande guerra del Salento“ (Panda Edizioni), delineando la prima tragedia calcistica della storia italiana, che causerà la morte del diciannovenne Antonio Prete nel marzo 1949, durante gli scontri violenti fra i tifosi del Supersano e del Ruffano Calcio. Una vicenda fino a oggi rimasta nell’ombra, da cui il regista Marco Pollini ha tratto il film omonimo, in sala per Ahora. Come nel testo originale (adattato da Pollini con lo stesso Contini), “La grande guerra del Salento” ripercorre i fatti che portarono a quel terribile avvenimento. Ma la rivalità tra le due squadre del Supersano e del Ruffano Calcio pare sia stato solo il pretesto per tradurre la rivalità tra due uomini: Ernesto (Marco Leonardi), imprenditore agricolo e presidente del Supersano, e Don Alfredo (Paolo De Vita), generale in pensione del regime fascista e presidente del Ruffano. Sullo sfondo, l'amore tra Giulio (Riccardo Lanzarone) e Agnese (Rossana Cannone) e l'amicizia che li unisce a un'altra coppia di giovani, Giovanna (Martina Difonte) e Antonio (Fabius De Vivo). Nato ad Adelaide, in Australia, da genitori di Locri (il padre ha origini a Messina e a Mirabella Imbaccari, nel catanese), noto al grande pubblico come Salvatore da adolescente in “Nuovo Cinema Paradiso”, Marco Leonardi descrive così il suo personaggio: «Ernesto ha lottato con i partigiani e dopo la grande sofferenza della guerra non vuole continuare a vivere tra il rancore e la rabbia. È un uomo che riesce a controllare le emozioni e non cerca lo scontro, nonostante venga provocato più volte, ed è molto concentrato sul lavoro. Don Alfredo, invece, sconfitto in quanto fascista, esterna costantemente un’onnipotenza e un’arroganza che provocano anche le reazioni dei giovani tifosi del Ruffano, accendendo la miccia dello scontro. Quando riunisce i suoi tifosi, Ernesto li invita a dare una lezione di onestà all’avversario e pensa di dividere le tifoserie per non farle entrare in contatto tra loro. Ma l’espediente non sarà sufficiente a scongiurare gli scontri tra le due fazioni, nel corso di tre giorni, caratterizzati da violenze e agguati. Successivamente alla partita furono addirittura trovati fucili e granate, allora alla portata di tutti». Già interprete di due pellicole ad argomento sportivo come “Ultimo minuto” di Pupi Avati e “Maradona – La mano de Dios” di Marco Risi, in cui vestiva i panni del grande campione argentino, Leonardi sottolinea la triste attualità della vicenda. «Il calcio è uno sport meraviglioso, con regole ben precise, ma è spesso usato come occasione di sfogo da personaggi violenti simili a quelli del film, che accendono lo scontro su motivi futili. La tragedia del Supersano e del Ruffano è molto attuale, se pensiamo che anche in Sud America questo problema è molto forte, con tifoserie che vanno alle partite munite di armi da fuoco». Nel cast anche l’attore palermitano Riccardo Lanzarone nei panni di Giulio. «È il capo dei tifosi del Supersano, quello che oggi si chiama “capo ultras” – ci dice - Vive solo in funzione del calcio, incitando gli altri tifosi ad una battaglia pacifica, fino al suo incontro con Agnese, che sceglierà di stare con lui lasciando Augusto (Valerio Tambone), leader dei tifosi avversari. Sarà l’inizio di un cambiamento radicale, perché Giulio metterà da parte il calcio e riuscirà a vivere meglio anche il rapporto col padre (Fabrizio Saccomanno), che non vedeva di buon occhio la sua passione per il pallone e i cavalli. È un personaggio ricco di sfaccettature, un leader con dentro una fragilità assoluta, che troverà nell’incontro con Agnese il suo equilibrio di vita. Giulio è anche molto amico di Antonio e si sentirà un po’ responsabile della sua morte, avendolo lui stesso portato per la prima volta a tifare». Stasera alle 21.00 Lanzarone sarà ospite alla prima palermitana del film al Cinema Igiea Lido. Girato tra Supersano, Ruffano e Specchia, nel leccese, col contributo dell’Apulia Film Found di Apulia Film Commission e della Regione Puglia, “La grande guerra del Salento” vede la partecipazione di Pino Ammendola e di diversi attori pugliesi, tra cui Uccio De Santis, Lucrezia Scamarcio e Giuseppe Ninno in arte Mandrake.

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