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Morta a 89 anni Liliana De Curtis, la figlia di Totò

Liliana De Curtis è morta stamani nella sua casa romana, assistita dalla figlia Elena. I funerali si terranno a Napoli, ma la data non è stata ancora resa nota. Liliana De Curtis era nata nella Capitale il 10 maggio del 1933, figlia di Totò e Diana Rogliani. Le fu dato il nome di battesimo in ricordo di Liliana Castagnola cui l’attore napoletano era stato legato e che si suicidò per amore di Totò. Ha partecipato alle riprese di alcuni film come San Giovanni decollato e Orient express. E’ stata anche attrice di teatro e ha scritto alcuni libri. A Napoli il 21 settembre 2013 ricevette un premio alla carriera in occasione della festa di San Gennaro.

«Oggi mi fai piangere, ma fino a ieri mi hai fatto sorridere. La vita é fatta di opposti: gioia e dolore, vita e morte, sonoro e muto, giorno e notte. Sono due assi che si incrociano e in quel punto centrale é racchiusa l'essenza della vita: l'amore. Senza amore la vita perde il suo significato. Mentre scrivo sento il tuo respiro flebile e stanco, a breve questo respiro non lo udiró più, ma mi pervaderà il sollievo, sollievo perché la tua sofferenza é terminata, apparterrai alla morte, sei diventa seria hai abbandonato le pagliacciate dei vivi». E’ il pensiero che la figlia Elena Anticoli de Curtis ha scritto per la sua mamma Liliana.

Quando la De Curtis parlava di Pino Daniele

«Ora Pino e Totò sono insieme, è con Totò perennemente e si stanno dicendo che Napoli è un’altra cosa». Così Liliana De Curtis, la figlia di Totò, scomparsa oggi a Roma, il 7 gennaio del 2015 commentò la morte di un altro grande artista napoletano, Pino Daniele, che come Totò ebbe due funerali. «Napoli con la morte di Pino perde tutto, come ha fatto papà ha raccontato la vera Napoli», aggiunse la De Curtis. Il 14 aprile del 2011, ricordando una storica battuta del padre, disse di essere «dispiaciuta perché in giro vedo troppi caporali, e i caporali hanno tutti la stessa faccia». E poi, uno sguardo ad alcune emergenze, come gli immigrati che «vanno accolti. Mio padre li avrebbe aiutati sicuramente». Totò faceva tanta beneficenza. «Mio padre di notte si faceva accompagnare dall’autista e metteva i soldi sotto le porte dei bassi - aggiunse - aiutando la povera gente, senza mai farsi vedere».

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