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“Giacarta sta arrivando”. Il caso dell'ospedale di Cariati in un docufilm

Anche Roger Waters, storico co-fondatore dei Pink Floyd, durante l’occupazione dell’ospedale avevano lanciato appelli per la sua riapertura. La struttura sanitaria, vittima, con altri 18 ospedali calabresi, del “Piano di rientro” è divenuta simbolo del disfacimento della sanità pubblica

Era il 19 novembre 2020, in piena pandemia, quando l’Ospedale “Vittorio Cosentino” di Cariati (CS), chiuso dal 2010, venne occupato dal movimento “Le Lampare – Basso Jonio Cosentino” per ottenerne la riapertura. Una struttura sanitaria, vittima, con altri 18 ospedali calabresi, del “Piano di rientro” e divenuta simbolo del disfacimento della sanità pubblica, grazie alla massiccia risonanza mediatica italiana e internazionale dei fatti.

Tutto questo oggi è materia del documentario “C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando” di Federico Greco e Mirko Melchiorre. Dopo le presentazioni del dicembre scorso a Reggio Calabria, Corigliano-Rossano e Cosenza, il film è stato proposto in anteprima per Messina il 25 febbraio scorso dal regista Greco, in una serata con dibattito alla Multisala Apollo (Sala Fasola) condotta dal musicista Giacomo Guttadauro.

Romano di padre crotonese, Greco ha raccontato di aver appreso la notizia sulla chiusura della struttura ospedaliera mentre stava filmando a Crotone assieme a Melchiorre il lavoro fatto da Gino Strada ed Emergency nelle terapie subintensive dell’ospedale locale. Raggiunsero quindi gli occupanti per saperne di più: «Ci siamo mescolati a loro ed abbiamo ripreso per mesi la protesta, diventando fratelli che condividono la stessa causa».

Come nel precedente lavoro “Piigs” del 2017, dedicato a una cooperativa sociale romana chiusa a causa dei Trattati Europei e dell’Austerity, Greco e Melchiorre raccontano quella vicenda con i suoi protagonisti – in primis il leader e portavoce della protesta Mimmo Formaro, il suo braccio destro Cataldo Curia e l’ex direttore sanitario dell’ospedale Michele Caligiuri - sviluppando parallelamente una riflessione sulle vere responsabilità locali e globali di un autentico attacco alla salute pubblica, affidata agli interventi di intellettuali, medici, esperti, attivisti italiani e internazionali. Fra loro lo stesso Gino Strada, in una delle sue ultime apparizioni, che aveva sostenuto l’ospedale di Cariati, impegnandosi per gestirne la riapertura, convinto di una possibile rinascita della sanità pubblica in Calabria.

Altre voci autorevoli del docufilm il regista Ken Loach e il musicista Roger Waters, storico co-fondatore dei Pink Floyd, che durante l’occupazione dell’ospedale avevano lanciato appelli per la sua riapertura. Nel film partecipano al racconto della vicenda analoga del National Health Service, il sistema sanitario nazionale inglese.

Alquanto significativo il sottotitolo del documentario, che riprende una scritta impressa sui muri di Santiago del Cile poche ore prima del golpe di Pinochet, che nel 1973 rovesciò la democrazia cilena e uccise il suo presidente Allende. Una scritta verità che a sua volta rimandava ai massacri indonesiani del biennio 1965-66 contro la presidenza di Sukarno e la sua politica di protezione dell’economia nazionale dagli interessi di mercato delle multinazionali occidentali: «Avevamo trovato un solo articolo su quella scritta tanto significativa; ma qualche mese dopo fortunatamente è stato pubblicato un libro dedicato, “Il metodo Giacarta”, di Vincent Beavins. Allende fu ucciso perché nel dicembre del ’72 disse all’Onu che il mondo capitalista occidentale stava tentando di depredare le ricchezze pubbliche del suo Paese e che Giacarta stava per arrivare. Ciò significa che sotto altre forme specifiche sta arrivando la privatizzazione e la distruzione degli Stati nazionali socialisti come il nostro, che hanno costituzioni nate in contrapposizione ai fascismi. Dopo il nostro film molte persone sanno cosa significa questa frase e stanno sviluppando una maggiore consapevolezza sull’argomento».

La narrazione fuori campo dell’attore cosentino Peppino Mazzotta e la presenza in colonna sonora di “Musica leggerissima” di Colapesce e Di Martino e “Money” dei Pink Floyd, rifatta dai siracusani Pink’s One, rappresentano ulteriori testimonianze di sostegno a una causa che riguarda tutti. Il duo siciliano e lo stesso Roger Waters ne hanno ceduto i diritti per l’utilizzo gratuito.
Il film è prodotto da Play Entertainment e Studiozabalik con la distribuzione di Fil Rouge Media.

 

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