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L'attore d'origini calabresi Laganà in 'Amici per la pelle': "La mia storia di trapianto e speranza"

Un bell'esempio di quanto sia importante donare gli organi

Attore per interpretare se stesso e raccontare la propria storia, ma rigorosamente «con il sorriso» e per lanciare un messaggio di speranza perché alla fine «le storie belle esistono, e sono anche tante». Filippo Laganà l’attore lo fa davvero, sulle orme del notissimo papà Rodolfo (romano di padre calabrese), ma questa volta il copione è stato davvero diverso da ogni altro.

Nel film «Amici per la pelle», con la co-produzione di Rai Cinema, interpreta appunto se stesso e racconta la sua esistenza di ragazzo 26enne che di colpo precipita nel tunnel della malattia, fino a quando – il 28 gennaio del 2019 – un trapianto di fegato gli salva la vita. Un’esperienza che Filippo racconta in occasione della presentazione al ministero della Salute della XXVI Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti, il 16 aprile.

«Oggi posso dire – afferma – che ho vinto grazie al sorriso, e penso sia fondamentale, potendo, raccontare delle storie belle e non solo vicende brutte. Il problema è che siamo abituati a sentire raccontare storie brutte, mentre quelle belle, come la mia, sono in realtà molte di più, ma non fanno notizia». «Nasco come attore, ho un papà che fa questo mestiere, ed è ciò che voglio fare. È la mia vita e non ne posso farne a meno», dice, ma certo un ruolo come questo implica un coinvolgimento speciale.

La storia «nasce da me, è la mia: ho avuto un grave problema mentre mi trovavo negli Stati Uniti, la sindrome di Wilson. Sono dovuto rientrare in Italia e sono stato immediatamente ricoverato al Policlinico di Tor Vergata dove ho avuto un trapianto di fegato. Qualche tempo dopo, facendo un’intervista in Rai, è nata l’idea di produrre questo film. Credo che nella vita bisogna osare, ma su temi del genere è molto difficile osare, quindi ringrazio Rai Cinema che ci ha permesso di raccontare tutto questo».

Il film è stato trasmesso alcuni giorni fa dalla Rai e oltre 2 milioni di persone lo hanno visto. Una grande gioia per Filippo, e non solo professionale: «Per me questo è un modo di ringraziare chi mi ha donato l’organo, solo così lo posso fare. Questa vuole essere una storia di speranza, di rinascita e che invita ad affrontare la vita in maniera completamente differente, con molta più consapevolezza e molta più allegria, cosa che ultimamente si vede poco. Quello che lancio con il film – sottolinea – è un messaggio di voglia di vivere».

Dal giovane attore anche un forte invito a non avere paura di donare gli organi: «Già quando ero in ospedale ho dato la mia volontà favorevole alla donazione. Ho conosciuto un mondo di persone meravigliose, di cui prima ignoravo l’esistenza ed il lavoro, perché per fare un trapianto si muovono decine di professionisti. E a chi ha paura di donare mi permetto di dire che sbaglia, perché questo è un regalo che si può fare in vita per dare un futuro ad un’altra persona». Quanto al donatore, il suo “amico per la pelle”, «in realtà ci parlo e lo ringrazio quotidianamente, e condivido con lui la vita di tutti i giorni. Spero solo – afferma con un sorriso – che possa sentirsi orgoglioso, tutto qua».

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