Pare che l’intelletto sia sempre in grado di indicare all’individuo la scelta giusta tra diverse alternative, al punto che se, per assurdo, il dilemma riguardasse due elementi identici la volontà si paralizzerebbe, scegliendo di non scegliere. Si apre all’insegna del famoso “Paradosso dell’asino” descritto dal filosofo Jean Buridan, al 69esimo Taormina Film Fest, «Lo sposo indeciso che non poteva o forse non voleva più uscire dal bagno» di Giorgio Amato, primo film italiano in anteprima alla kermesse, con tanto humour, una nota tragicomica e un pizzico di magia.
Lui è Gian Marco Tognazzi, qui l’illustre filosofo Gianni Buridano, lei è Ilenia Pastorelli, ossia Samantha, donna delle pulizie. Due persone agli antipodi che decidono di sposarsi in chiesa, nonostante tutta la carriera accademica del professore sia stata improntata ad una severa critica sull’influenza della morale cattolica nel pensiero occidentale. Una commedia divertente, ma anche amara, che tramite un espediente narrativo paradossale (lo sposo chiuso nel bagno della chiesa non riesce a smettere di urinare, rischiando la disidratazione) sfida i confini tra verità oggettiva e superstizione, mettendo a fuoco – come ha chiarito il regista Amato in conferenza stampa – il tema dell’incapacità di prendere decisioni su scelte che possono diventare bloccanti nella vita.
L’ispirazione è quella del film «Madonna che silenzio c’è stasera», con Francesco Nuti, e nasce come omaggio all’attore recentemente scomparso: «Mi era rimasto in mente l’inizio del film in cui Francesco iniziava la giornata andando in bagno e rimaneva bloccato dallo stesso fenomeno. Ho voluto replicarlo nel mio lavoro».
«Ho avuto la fortuna di avere con Francesco un rapporto molto vicino per tanti anni – ha aggiunto Tognazzi – perché ha lavorato con Ricky, e conosceva papà. Quando è arrivata la notizia della sua scomparsa ho pensato alla possibilità che mi ha dato Giorgio di avere un’altra cosa in comune con lui».
Ma il film di Amato va oltre quella primaria ispirazione, strizzando l’occhio, secondo Tognazzi, al cinema di Marco Ferreri per storia e intreccio narrativo: «Ferreri prendeva argomenti apparentemente grotteschi, sopra le righe e li faceva diventare storie che si dividevano fra commedia e dramma». E il film di Amato sembra andare in quella direzione, mettendo lo spettatore di fronte al relativismo di ciò che può sembrare certo e inopinabile, attraverso un vero braccio di ferro tra convinzione e superstizione che tiene alta la tensione sino alla fine.
Nel cast anche Francesco Pannofino, Ornella Muti, Claudia Gerini, Giulia Gualano e Jenny De Nucci. Il film sarà in sala del 29 giugno per Europictures.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia