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Diva Futura, il porno che irrompe in Italia con Riccardo Schicchi. A Venezia il film di Giulia Louise Steigerwalt

La storia della prima agenzia italiana di intrattenimento a luci rosse in “Diva Futura” di Giulia Louise Steigerwalt, tra i titoli italiani in corsa per il Leone d’Oro. Opera seconda dell’attrice e regista dopo l’acclamato esordio “Settembre” del 2022, narra dell’omonima realtà creata nel 1983 da Riccardo Schicchi con la pornostar Ilona Staller e ne ripercorre l’incredibile vicenda, col focus sulla figura dell’imprenditore (Pietro Castellitto) - originario di Augusta (Siracusa) ma romano d’adozione - che trasformerà l’utopia hippie dell’amore libero nel nuovo fenomeno del porno. Molte “ragazze della porta accanto” diventeranno “pornostar” e dive di fama internazionale, tra cui la stessa Staller (Lidija Kordic), Moana Pozzi (Denise Capezza), Eva Henger (Tesa Litvan), ed entreranno nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e delle vhs, fino a essere ospitate da illustri anchorman come Maurizio Costanzo ed Enzo Biagi.

Una storia rivoluzionaria, che la regista, anche sceneggiatrice, consegna alla narrazione della segretaria dell’agenzia, Debora Attanasio (Barbara Ronchi), con l’intento preciso di ribaltare, attraverso i suoi occhi, il punto di vista su quel mondo pieno di contraddizioni, ma profondamente umano: «Mi serviva entrare a far parte di questa grande famiglia - ha detto Steigerwalt in conferenza stampa - per capovolgere il punto di vista, come è successo a Debora. Lei è lo sguardo di tutti noi: cambia punto di vista su quel mondo e offre delle consapevolezze nell’analizzarlo, anche in quello che, dalla splendente parabola iniziale, porterà a qualcosa di opposto».

L’idea ispiratrice del progetto rivoluzionario di Schicchi, che ha convinto la regista a farne un film, mette al centro la donna, il suo corpo e la sua dignità di persona, offrendo una concezione del porno libera da prevaricazione, dominio o violenza nei suoi confronti: «La violenza non faceva parte della visione di Schicchi e del suo gruppo. C’era un’assenza totale di pudore; ma quando si pensa a questa la si associa a qualcosa di viscido e aggressivo. Lui si illudeva di fare arte, rompere tabù e rivoluzionare il costume. La violenza invece è la doppia faccia della medaglia, è l’animo umano, amore e morte; infatti poi Schicchi si rese conto che c’era una perdita di controllo su ciò a cui aveva aperto la strada».

Una tematica estremamente attuale oggi, in cui la violenza è associata alla sessualità, innescata da processi di identificazioni negativi. «Schicchi non voleva che si creasse questa identificazione con la violenza, in particolare sulle donne. – ha proseguito la regista - Oggi attraverso la diffusione capillare della pornografia vengono instillati nelle menti delle persone modelli estremamente negativi di violenza sulle donne con cui identificarsi. Trovare una visione opposta in una storia di 40 anni fa era affascinante e contemporaneo».

Un aspetto poetico nel personaggio di Schicchi, secondo il suo interprete Pietro Castellitto: «In lui c’era qualcosa di profondo che non aveva tradito. Oltre a essere un film su una rivoluzione culturale, credo sia il racconto su un uomo che è riuscito a fare un mestiere che non esisteva, e ha dovuto creare il mondo dove metterci quel mestiere. In questo senso potrebbe esserci una catarsi al contrario, perché assistere alla storia di un uomo che è riuscito a rimanere fedele all’ideale e alla visione del bambino che era, è qualcosa di molto poetico».

Nuova consapevolezza su un mondo patinato anche per Barbara Ronchi, nel ruolo di Debora: «Conoscevo la Pozzi, la Henger e Cicciolina per i loro film. Girando “Diva Futura” mi ha molto commosso scoprire che queste donne, quasi divinità, simboli del piacere, quando uscivano fuori dall’agenzia non venivano prese sul serio, non potevano essere altro. L’ho scoperto grazie a Debora e come lei ho voluto molto bene a questa famiglia sgangherata».

Nel cast anche il locrese Marco Iermanò nei panni di Valentino, assistente di Schicchi prima di Debora. «All’inizio del film supporta questa ragazza che arriva spaesata in un mondo fuori dalle righe. È un ragazzo sensibile, ben disposto verso gli altri e nel corso della storia avrà un’evoluzione importante che ha rappresentato la grande sfida del ruolo».

Prodotto da Groenlandia e Piperfilm con Rai Cinema e in collaborazione con Netflix, “Diva Futura” arriverà in sala nel 2025.

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