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Alesi, Marchetti, Marra, Tantillo: tanta Sicilia e Calabria nel cast di "iddu-L'ultimo padrino"

Maurizio Marchetti

Ruoli diversi ma importanti per altrettanti interpreti siciliani e calabresi in “Iddu – L’ultimo padrino”, a partire dal palermitano Fausto Russo Alesi. A Venezia nei giorni scorsi con la fiction “Leopardi – Il poeta dell’infinito” di Sergio Rubini, l’attore è qui Emilio Schiavon, agente dei servizi segreti che instaura un rapporto di ambigua complicità con Catello Palumbo (Toni Servillo). «Schiavon si muove tra il mondo di Messina Denaro e quello di Catello – ci dice – ma soprattutto tra l’essere servitore dello Stato e il dovere di riuscire a non chiudere ciò che non può essere chiuso. È un personaggio che ci fa interrogare su questa lunga latitanza del boss». «Muovendosi anche nella clandestinità, fa parte del potere e si misura con la sua oscurità – prosegue Alesi – Mantiene questa ambiguità perché il potere stesso possa essere messo sotto scacco al momento giusto».

Di tutt’altra natura la collega di Schiavon, Rita Mancuso, interpretata dall’attrice reggina Daniela Marra: «Ho fatto un lavoro che partiva dalla sceneggiatura e da quello che i registi volevano raccontare del personaggio, dal suo modo di vestire ad alcuni codici comportamentali più maschili in termini di forza, probabilmente acquisiti per la necessità di sopravvivere e portare avanti questa determinazione, ma anche ossessione, verso la cattura del boss. Rita è infatti un ariete, sfonda qualsiasi ostacolo si frapponga fra lei e Iddu, finché capirà di essere lei stessa una pedina di questo meccanismo che sfrutta la sua onestà e la sua profonda integrità per renderla parte di una giostra. Rappresenta quella parte più onesta e sana che viene oppressa e resa un tassello di questo sistema».

Un ritorno al cinema dopo dieci anni, in cui ha lavorato in teatro e fiction, per il palermitano Giuseppe Tantillo, nel film Pino Tumino, bidello e genero di Catello. Un personaggio che porta tenerezza e purezza in un contesto dove legalità e umanità non esistono. «Alla proposta del ruolo Fabio e Antonio mi hanno detto che Pino doveva esprimere tutto ciò che non esiste nel contesto del film – ci dice – Catello lo rifiuta etichettandolo come scemo, il più scemo della scuola, da intendere non come privo di intelletto, ma come ingenuo, in un ambiente dove la scala di valori è diversa. Cercando di piacere a tutti e soprattutto a Catello, che considera la figura paterna di cui è privo, si metterà in una situazione che non corrisponde alla sua indole».

Dall’altra parte della barricata il messinese Maurizio Marchetti nei panni di Di Graziano, maresciallo in pensione coinvolto nell’operazione di cattura di Messina Denaro: «È un poliziotto all’antica che conosce tutto del territorio dove ha lavorato per anni – racconta – Viene assunto dai servizi segreti proprio come esperto del luogo, perché conosce bene alcuni colleghi che erano con lui in polizia, ma soprattutto conosce da tempo Catello ed è quindi un elemento fondamentale per l’operazione. È felice di essere di nuovo al lavoro, perché possiede un’efficienza e un senso del dovere tipiche della vecchia scuola».

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