Martedì 15 Ottobre 2024

La Sicilia colora la Festa del cinema di Roma

Parla anche siciliano la Festa del Cinema di Roma, la kermesse dedicata alla Settima arte che comincia domani e immergerà la Capitale nelle atmosfere magiche e per certi versi incantate della celluloide fino a domenica 27 ottobre. In cartellone tantissime proiezioni e ad arricchire il vasto programma ci sono ben tre produzioni legate alla terra di Sicilia. Due di queste sono film, «Eterno visionario» e «Paradiso in terra», la terza, «Miss Fallaci», è una serie televisiva, format che ormai è entrato a pieno diritto negli interessi del pubblico e che riesce a “sfornare” prodotti di eccellente fattura tanto da meritare un suo spazio anche nella prestigiosa rassegna romana. In anteprima assoluta, «Paradiso in vendita» sarà proiettato alla Festa del Cinema giovedì, sabato toccherà a «Eterno visionario», mentre lunedì 21 sarà la volta di «Miss Fallaci». Il grande e il piccolo schermo rappresentano senza dubbio un veicolo di cultura. E la vetrina offerta dalla kermesse romana è sicuramente un’ottima ribalta per la Sicilia. Nelle tre produzioni ci sono luoghi meravigliosi ricchi di Storia e storie, personaggi famosi, attori affermati. Tutti con una matrice comune, quella siciliana. Eterno visionario racconta una parte della vita di Luigi Pirandello. Il regista Michele Placido sembra padrone di una tavolozza d’artista su cui intinge il pennello per tratteggiare l’universo dell’uomo Pirandello nella sua grandezza e nelle sue ansie, nei suoi tormenti emotivi. Lo dipinge mentre è in treno. E l’incedere sincopato delle locomotive ben si presta allo scorrere cadenzato del tempo, alla galleria di visioni che si fanno avanti nella mente dello scrittore. Il treno è diretto a Stoccolma, per condurlo a ricevere il premio più ambito, il Nobel per la Letteratura. Siamo nel 1934, e per Pirandello il viaggio diventa il naturale pretesto per ritrovarsi di fronte alle pietre miliari della sua esistenza e delle sue creazioni letterarie. È una sorta di riflessione, di bilancio attraverso cui passano il precario rapporto con la moglie e con i figli, l’una e gli altri soffocati dalla prorompente personalità pirandelliana, con conseguenze diverse ed epilogo comune. Nella sfera sentimentale entra, poi, anche Marta, la giovane attrice che diventa musa ispiratrice e per cui il protagonista nutre un sentimento che va al di là del semplice interesse artistico. E quindi c’è la politica, la dittatura, il regime fascista di Mussolini con cui il maestro intreccia un rapporto privo di una dimensionalità univoca. Nei panni di Luigi Pirandello c’è Fabrizio Bentivoglio, mentre il regista Placido è Saul Colin, agente e collaboratore di Luigi Pirandello per i diritti esteri, oltre che compagno di viaggio, mentre Valeria Bruni Tedeschi è Antonietta Portulano, la moglie dello scrittore. Non poteva essere altrimenti, che a far da sfondo a Paradiso in vendita sia stata scelta Filicudi, una delle sette perle delle Eolie. La natura incontaminata di Filicudi è teatro di una classica commedia italiana. Dietro alla macchina da presa, Luca Barbareschi prende spunto da una vicenda realmente accaduta nel 2015, quando in preda alla crisi economica, il governo greco pensò di ripianare qualche debito mettendo in vendita alcune isole dell’Egeo. Trovata l’idea, ecco spuntare dall’immaginario degli sceneggiatori l’isola di Fenicusa, nuova terra emersa in aggiunta alle sette isole Eolie. A dover ripianare i debiti stavolta è il governo italiano. E, come se non bastasse, il pepe alla storia viene aggiunto individuando il possibile acquirente nei cugini d’Oltralpe. Ai francesi non sembra vero di poter mettere le mani su un tesoro così prezioso. Accettano l’offerta e inviano sul posto un delegato che si occupi di chiudere l’affare e di portare una ventata di francesismo nell’isola siciliana. Ovviamente, è tutto un fiorire di boutade e di coup de théâtre. Le questioni di campanile sorreggono la vis comica del film. Gli autoctoni si mettono di traverso: di regole e di cambiamenti proprio non ne vogliono sapere. Il gonfalone dell’attaccamento alle tradizioni sventola fiero come ultimo baluardo alla tenzone. Il resto lo compie la magnifica natura di Filicudi/Fenicusa che interpreta magnificamente se stessa e corre in soccorso dei suoi abitanti. Nel cast, Donatella Finocchiaro, Bruno Todeschini e Domenico Centamore. E dopo i due lungometraggi, a tenere alto il vessillo siciliano alla Festa del Film di Roma è una figlia della terra di Trinacria. La bellissima e bravissima Miriam Leone veste i panni della giornalista Oriana Fallaci nella serie televisiva Miss Fallaci. Sono otto, gli episodi girati, e riguardano gli inizi professionali della straordinaria reporter. E si basano su eventi che la stessa Fallaci ha raccontato in due dei suoi libri, «I sette peccati di Hollywood» e «Penelope alla guerra». «Oriana Fallaci è stata una donna del tutto fuori dal coro – ha dichiarato Miriam Leone – sanguigna, decisa, con un amore intenso per la verità e un profondo biasimo per l’ipocrisia. La parte della sua vita che ho interpretato nella serie fotografa i suoi inizi. Un periodo che non tutti conoscono e in cui traspare l’affascinante sogno di una ragazza, di una donna, che vuol fare la giornalista e desidera affermarsi». Una reporter coraggiosa e intraprendente che non si accontenta di scrivere su moda e gossip come tocca a tutte le sue colleghe, sia in redazione sia fuori, da inviate e corrispondenti. Lavora all’Europeo, in un mondo che contempla unicamente il sesso maschile per le questioni “scottanti”. Poi, ecco l’occasione da cogliere al volo. Il giornale la nomina inviata dagli Stati Uniti e lei inizia a intervistare grandi personalità. Lo fa con uno stile unico, sagace, sfacciato. È la genesi di Oriana Fallaci la braveheart del giornalismo che la Storia italiana ci ha consegnato. Ma la sua autorevole carriera ha avuto un prezzo sulla vita privata. «Ho letto il suo “Il sesso inutile. Viaggio intorno alla donna” – ha detto Miriam Leone – un libro inchiesta che riflette la condizione femminile nel mondo, principalmente in Oriente, scritto nel 1961, proprio a cavallo tra i due testi che hanno ispirato la sceneggiatura di “Miss Fallaci”. E ho scoperto quanto abbia sofferto nella sua vita privata, anche a proposito dei figli mai avuti…». Nel cast anche Francesco Colella, lo straordinario attore catanzarese che interpreta Attilio Battistini.

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