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"U.S. Palmese", la commedia fiabesca dei Manetti Bros ambientata a Palmi: raccontiamo gli aspetti positivi del Sud

I registi indipendenti Manetti Bros dopo la saga fumettistica di Diabolik tornano con 'U.S. Palmesè', alla commedia-fiaba con l’incontro-scontro tra il mondo del calcio ricco e patinato e la semplicità contagiosa della gente di provincia.

Il tutto legato ai ricordi di Palmi, la città che ha dato i natali alla madre e sede delle loro vacanze familiari per anni. Proprio in questa piccola cittadina della Calabria si svolge il film che passa oggi alla Festa di Roma nella sezione Gran Public.

Qui Don Vincenzo (Rocco Papaleo), agricoltore in pensione molto dinamico e folle, ha un’idea davvero bizzarra per risollevare la squadra di calcio locale: organizzare una raccolta fondi per ingaggiare Etienne Morville (Blaise Afonso), ex giocatore del Milan, dal pessimo carattere, ma tra i più forti e pagati al mondo.

Seppure controvoglia, Morville lascerà Milano per trasferirsi a Palmi con la sua Lamborghini piena di cavalli cercando così di risanare la sua immagine. A Palmi si scontrerà con una realtà fatta di sincerità, ma mai buonista e zuccherosa, in pieno stile Manetti, che porterà tutti a rivedere le loro vite.

"Il calcio è ormai uno sport con troppa attenzione mediatica e in cui girano troppi soldi e così - dicono i due registi - abbiamo voluto raccontare un campione che ha perso la sua anima e ritrova a Palmi se stesso, ma anche rappresentare un Sud oltre la solita retorica negativa del crimine e del folklore. Sono tantissimi i giovani che vanno via da Palmi - continuano i Manetti -, ma poi dopo un pò tornano perché ne sentono la mancanza. Il Sud insomma non va mai sottovalutato».

Morville, può ricordare Mario Balotelli? "Sì e no, non ci siamo ispirati direttamente a lui ma scrivendo poi il film ci è venuto spesso in mente. Lui è uno che, proprio come Morville, per via della pressione ha iniziato a odiare il calcio, la cosa che amava di più. Dovremmo invitarlo a vedere il film» dicono i Manetti. Dice invece Rocco Papaleo scherzando: «Avrei preferito con i Manetti fare Diabolik perché avevo il fisico giusto e la giusta attitudine al crimine, ma a parte questo sono d’accordo con loro che il Sud ha bisogno di reagire e di sogni grandi proprio come il mio personaggio, un meridionale che sogna alla grande».

Nel cast di 'U.S. Palmesè' troviamo anche: Giulia Maenza, Lisa Do Couto Teixeira, Max Mazzotta, Massimo De Lorenzo, Gianfelice Imparato, Massimiliano Bruno, Guglielmo Favilla, Aurora Calabresi, Giuseppe Futia, Mario Russo, Luca Attadia, Salvatore Costa, Antonio Di Turi, Adriano Fedele con la partecipazione di Guillaume De Tonquedec e con Claudia Gerini nel ruolo della poetessa Ferraro.

Il film prodotto da Pier Giorgio Bellocchio, Manetti Bros, Carlo Macchitella, è una produzione Mompracem con Rai Cinema e uscirà nelle sale il 20 marzo 2025 da 01 Distribution.

«Il film nasce dal nostro amore per questa città speciale, Palmi, che abbiamo voluto raccontare come la conosciamo noi, senza la pretesa di essere gli unici conoscitori della verità, però probabilmente le città tipo Palmi della Calabria, del Sud vengono raccontate sempre in un altro modo, con una retorica sempre un pò negativa. Il Sud viene raccontato sempre in negativo, criminalità, folklore. Ma noi vediamo altro quando andiamo. Ma noi vogliamo raccontare questo punto di vista perché pensiamo, come dice Rocco anche, che è un lato meridionale come noi, che a volte il Sud si autodistrugge dietro un racconto un pò autodistruttivo». Lo dice il regista Marco Manetti presentando insieme al fratello Antonio il film 'U.S. Palmesè', che oggi sarà proiettato alle 18.30 in sala Sinopoli nella sezione Grand Public della Festa del cinema di Roma.

«Nel nostro film non si parla di fatti giudiziari - aggiunge - si parla di corruzione umana, del fatto che lo sport, in particolare il calcio, finisce per non essere più uno sport, che l’attenzione mediatica, troppi soldi attorno al calcio, in qualche modo tolgono al calcio le caratteristiche principali dello sport di squadra. Perché fa vincere l’individualismo, perché fa vincere la voglia di affermarsi davanti alla passione e davanti al divertimento puro».

«In qualche modo abbiamo pensato di far incontrare a un campione che ha perso la sua anima, che ha perso la passione - prosegue il regista - va al Sud Italia, a Palmi, che è una cittadina a cui siamo molto legati, perché veniamo da lì, la nostra mamma è di là, e lì ritrova se stesso. Ci è venuto in mente un piccolo slogan che non so se mai useremo nella produzione del film, che in qualche modo dice in poche parole questa cosa: è venuto per aiutare la Palmese, ma sarà la Palmese ad aiutare lui», conclude.

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