Il Sud è stato protagonista di due opere prime al femminile alla Festa del Cinema di Roma e ad Alice nella Città, manifestazione autonoma e parallela al festival dedicata ai ragazzi che si è conclusa nei giorni scorsi. Le registe romane Andree Lucini e Camilla Iannetti hanno proposto i loro documentari “Piena di grazia” e “L’era d’oro”.
Il primo lavoro, tra le proiezioni della sezione Special Screening - prodotto per Mompracem da Pieri Giorgio Bellocchio, Manetti Bros. e Desirée Manetti, che l’ha scritto con Lucini - vede protagoniste Nicole Melara, Giada Campitiello e Mariateresa Leva, tre undicenni finaliste nella selezione dell’Animella, la bambina scelta per impersonare la Madonna della Lettera nella Varia di Palmi, festa religiosa patrimonio Unesco, simile alla Vara messinese, con cui ha un legame storico. «Désirée mi parlò della festa – racconta Lucini - e mentre i Manetti giravano “US Palmese” andai a fare dei sopralluoghi e a conoscere gli abitanti di Palmi, decidendo di riprendere la processione. Abbiamo incontrato le bambine per caso, seguendole in tutto il percorso della selezione, e quando siamo tornati le abbiamo intervistate. Erano felici di partecipare, ma tutta la città ha dimostrato grande disponibilità nei nostri confronti per il forte legame dei palmesi con la festa».
Sostenuto da Calabria Film Commission e Regione Calabria, con riprese in Corso Garibaldi, spiaggia della Marinella e Tonnara, “Piena di grazia” esplora il legame tra sacro e profano, alternando un tono narrativo fiabesco ad interventi sulla storia della processione di personalità locali come il giornalista e scrittore Arcangelo Badolati e il fotografo e operatore Enzo Barone, memoria storica di una manifestazione portatrice di un significato profondo che va oltre il valore storico e religioso.«Credo che la Varia abbia rappresentato negli anni un evento per unire il popolo e concedergli un momento di pace – ha continuato la regista - con l’obiettivo comune di far sfilare il carro dall’inizio alla fine. Dimostra inoltre come i popoli occidentali abbiano nella propria cultura tradizioni molto simili accomunate dalla tendenza alla spettacolarizzazione».
Un racconto di formazione col focus su dinamiche genitoriali e condizione femminile per Camilla Iannetti, ex allieva del CSC Sicilia di Palermo, dove ha girato “L’era d’oro”, in concorso nella sezione “Panorama Italia” di Alice nella Città. Prodotto dalla palermitana Zabriskie con Cut& e Rai Cinema, narra il cambiamento, nell’arco di due anni, delle tre donne già protagoniste del mediometraggio della regista “Uno due tre” (2017): Lucy, giovane italo-inglese, la madre Roberta e la sorella Danny, che da Hull, nell’East Yorkshire, tornano a Palermo dopo la nascita di Futura, avuta da Lucy col compagno Kitim. Una scelta, quella di tornare in Sicilia, che si porterà dietro molte sfide di crescita e trasformazione.
«Sono personaggi in cerca d’autore di pirandelliana memoria – ci ha detto Iannetti -. Nella trasformazione della loro quotidianità ho intravisto un’occasione speciale per poter raccontare qualcosa che viene difficilmente affrontata al cinema e nel documentario». Una vicenda di formazione personale e allo stesso tempo universale: «Nelle scene domestiche spesso si celano dinamiche che riguardano tutti noi e così sono andata a individuare nel racconto un’intimità, una forte dimensione del dettaglio, della ripetizione. È un film che racconta la crescita non solo anagrafica, quando ci si adatta a quanto l’esperienza ci offre e dà possibilità alle giovani donne di rispecchiarsi nelle varie età di Lucy».
Girato tra la Vucciria, Via Colonna Rotta, Mondello e Barcarello-Sferracavallo, “L’era d’oro” è realizzato col supporto di Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana e Sicilia Film Commission.
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