L'ipotesi che Bruno Contrada sia rimasto vittima di un complotto dei pentiti "non ha alcuna concretezza né aggancio probatorio" e pertanto non ci sono nuove prove tali da permettere la revisione del processo dell'ex numero due del Sisde, condannato a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. E' questa, in sostanza, la motivazione con la quale, il 5 giugno scorso,la Seconda Sezione Penale della Cassazione ha confermato il 'no' a un nuovo processo disposto dalla Corte d'Appello di Caltanissetta l'8 novembre 2011.