Per dimostrare che la Sicilia non rischia il default e che "i conti tengono, nonostante la situazione sia difficile", il governatore, Raffaele Lombardo, domani si presenterà a Palazzo Chigi con un corposo dossier predisposto dagli uffici della Regione durante il week-end. Al premier Monti, Lombardo, nei cui confronti proprio stamani la Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per reato elettorale aggravato dall'avere favorito l'associazione mafiosa, spiegherà che "il vero problema è quello della liquidità, avere il contante per pagare i fornitori", quindi presenterà il conto: "Ci è dovuto un miliardo di euro, spero che arrivi". Sebbene anche il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, oggi in visita in Sicilia, abbia ribadito che "non c'é un rischio default" ma "una situazione economica grave come in altre regioni italiane", l'eco della crisi finanziaria dell'isola è arrivato sulla stampa estera: l'International Herald Tribune e il New York Times definiscono la Sicilia come "la Grecia d'Italia", soprattutto dopo la decisione di Standard & Poor's di sospendere il rating, confermando BBB+ con outlook negativo, per "insufficienti informazioni". Ma il governatore non ci sta e ribadisce la tenuta dei conti. "Abbiamo un debito di 6 miliardi a fronte di un Pil di 80 miliardi, abbiamo un debito che pesa per il 7% sul Pil, quello dell'Italia pesa per il 120%" incalza, mentre centinaia di autonomisti, esponenti del Mpa, nel pomeriggio hanno assediato a Palermo l'ufficio del commissario dello Stato, da cui sarebbe partito l'affondo nei confronti del governo Lombardo e dell'autonomia statutaria. A gettare legna sul fuoco è anche un ex deputato regionale, appena dimessosi per vicende giudiziarie: Cateno De Luca, leader del movimento 'Sicilia Vera', ha trasmesso una nota al premier, con "gli artifizi contabili" che secondo lui "hanno consentito all'attuale governo regionale di occultare oltre 10 miliardi di debiti". All'esito del vertice a Palazzo Chigi è legato a stretto filo il testo di legge sulla spending review composto da 62 norme, tra cui il "taglio" di circa 2.500 dipendenti della Regione, attraverso il prepensionamento, oltre a riduzioni di società pubbliche, canoni di locazione e buoni pasto. Il provvedimento trasmesso stamattina dall'assessore all'Economia, Gaetano Armao, però s'é subito arenato in commissione Finanze dell'Assemblea regionale. Sembra che Lombardo non condivida alcune norme, a cominciare proprio dalla riduzione del personale, tagli che vorrebbe evitare, soprattutto in prossimità della campagna elettorale. Il testo, "bloccatò in attesa del vertice romano, dovrebbe essere comunque approvato dall'Ars, come emendamento all'assestamento di bilancio, entro il 31 luglio, giorno in cui il governatore dovrebbe dimettersi, come ha più volte annunciato. Ma un altro caso rischia di sollevare nuove polemiche in tempi di tagli alla spesa. La Regione ha appena "arruolato" oltre mille 'rilevatori', personale esterno, inserito in due appositi elenchi, che sarà chiamato a svolgere indagini statistiche per i prossimi tre anni. Il numero è il doppio di quello del triennio precedente e il ricorso agli esterni viene motivato con la carenza di personale in una Regione che però conta 18 mila dipendenti. (ANSA)
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