La mafia imponeva il "pizzo" anche su uno sceneggiato televisivo girato a Palermo. E' emerso dalle indagini della polizia che hanno portato la scorsa notte all'arresto di 41 persone, accusate di essere capi e affiliati del mandamento della Noce.
Gli investigatori hanno monitorato le richieste estorsive pervenute a una casa cinematografica impegnata nella produzione di una fiction per la tv. I boss strozzavano anche molti imprenditori e commercianti, costretti a pagare le estorsioni agli esattori del clan. Non tutte le vittime hanno collaborato alle indagini. Maggiori dettagli verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa il procuratore della Repubblica, Francesco Messineo, e il questore, Nicola Zito, terranno alle 10 negli uffici della Squadra Mobile. La fiction presa di mira dai boss e' "Il segreto dell'acqua", con Riccardo Scamarcio tra i protagonisti, girata a Palermo due anni fa e trasmessa dalla Rai. Il 'mandamento' della Noce aveva tentato di imporre alla casa produttrice "Magnolia" l'arruolamento di comparse e alcune ditte per le forniture necessarie al set. Ma la societa' non si era piegata alla richiesta e aveva denunciato tutto alla polizia.
L'indagine, condotta intercettazioni telefoniche e ambientali e pedinamenti, ha consentito di ricostruire i vertici e l'intero organigramma delle tre 'famiglie' incardinate nel mandamento della Noce: quella omonima e quelle di Altarello e di Cruillas-Malaspina. Identificati anche gli esattori del 'pizzo' che i clan imponevano a numerosi imprenditori e commercianti dei quartieri controllati. Alcune delle vittime hanno denunciato le estorsioni subite e hanno collaborato con gli investigatori. Le indagini hanno registrato una violenta reazione dei vertici "ufficiali" del mandamento al tentativo di ribaltare le gerarchie mafiose attuato da altri esponenti della cosca. Una serie di attentati incendiari ha fatto rientrare nei ranghi gli aspiranti leader.
E' inoltre emerso che i capimafia della Noce intrattenevano una fitta rete di relazioni con quelli di altre 'famiglie' mafiose della citta'. La polizia e' riuscita a monitorare alcuni incontri tra i boss per definire questioni criminali di comune interesse. Le casse del mandamento potevano contare, oltre che sul racket, anche sui guadagni di numerose agenzie di scommesse sportive dislocate in vari punti di Palermo e di fatto riconducibili a Cosa Nostra. Le agenzie, che sono state individuate anche grazie all'aliquota di personale della Polizia dei giochi e delle scommesse, sono state sequestrate.
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