Mercoledì 25 Dicembre 2024

Anche i crostacei
provano dolore

Quando vengono immerse ancora vive nell'acqua bollente le aragoste soffrono, cosi' come fanno i granchi e gli altri crostacei. La scoperta, pubblicata sul Journal of Experimental Biology, contraddice quanto si è creduto finora, ossia che i loro movimenti fossero semplicemente dei riflessi automatici.

A dimostrare che, proprio come i mammiferi, i crostacei possono provare ed esprimere un'autentica sofferenza e' l'esperimento condotto dai biologi Elwood e Barry Magee, dell'irlandese Queen's School of Biological Sciences.

 

Il risultato e' la conferma definitiva di quanto gli stessi ricercatori avevano osservato in passato studiando gamberi e paguri. L'esperimento e' stato condotto su decine di granchi comuni che, sottoposti ad una piccola scossa elettrica, hanno cercato di evitare la seconda nascondendosi: per gli autori della ricerca e' un comportamento che smentisce decisamente quanto si e' creduto finora, ossia che i crostacei non provassero dolore.

I ricercatori non hanno dubbi in proposito: ''l'esperimento - spiega Elwood - e' stato progettato in modo da poter distinguere chiaramente le reazioni dovute al dolore da quelle generate da un movimento riflesso chiamato nocicezione''.

 

Quest'ultima e' una reazione generata dalle terminazioni nervose periferiche. Mentre la prima e' una reazione consapevole, la seconda e' una sorta di automatismo. I ricercatori sono convinti che la loro scoperta non potra' non avere conseguenze sul modo in cui aziende alimentari e chef trattano granchi, gamberi e aragoste. E gli chef attendono adesso ulteriori indicazioni dal mondo della ricerca.

''Ho sempre saputo che immergendo in acqua bollente dalla testa un'aragosta non sente dolore. Nessuno vuol far male agli animali e io sono sempre stato molto scrupoloso'', commenta lo chef Heinz Beck.''Se non va bene quanto da sempre insegnato nelle scuole di cucina - aggiunge - aspettiamo ora dai ricercatori indicazioni su metodi indolori di soppressione dei crostacei''.

 

Beck afferma di avere ''sempre rifiutato metodi 'atroci' che uccidono gli esemplari vivi tagliandoli a meta' con un colpo di coltello. E' atroce, e io non l'ho mai fatto. Ma se non va bene la tradizionale cottura in acqua bollente, ci diano indicazioni per una dolce morte perche' la clientela continua a chiedere, anche in tempi di crisi, i crostacei''. Nel frattempo, conclude, ''rimango scrupoloso, ma continuero' a portali a tavola''. 

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