Ha scelto Palermo, che considera città simbolo della "lotta alla corruzione e al malaffare", per lanciare un messaggio all'Europa: le "politiche barbare" di austerità hanno impoverito i popoli. E' da qui, unica tappa italiana, che Alexis Tsipras, uomo del sud, lancia quindi la campagna elettorale della lista "L'altra Europa". E lo fa presentandosi non come un "calciatore acquistato per il campionato" ma come leader di una sinistra che vuole riportare l'Europa ai principi di solidarietà e di coesione sociale dai quali è nata. Il rifiuto delle politiche "barbare", che "in Grecia hanno provocato dolore e sofferenza", passa anche per l'Italia "avviata sulla stessa strada" da cui Tsipras si aspetta però una risposta forte.
E' certo che la sua lista avrà un buon risultato elettorale. Servirà a segnare le differenze sia con Angela Merkel, che sogna una "Europa tedesca", sia con Francois Hollande che dopo avere dato una "grande forza alla destra ora è costretto a seguire una linea di destra". In questo il presidente francese riproduce, a suo giudizio, la scelta della socialdemocrazia europea di attuare politiche neoconservatrici condizionate dalla "corporazione delle banche e del grande capitale". L'alternativa? Tspiras ha in testa un modello di "Europa dei popoli" e respinge quello che chiama il "ricatto dell'uscita dei nostri Paesi dall'euro". Ma avverte: "Restiamo nell'area comunitaria come membri paritari. Dobbiamo essere tutti uguali". Alla sinistra il leader di Syriza indica una strada nuova che parta dalla sua "grande storia". Nega che ci siano divisioni e parla di una "unità che c'è già" ma che deve "cercare nuove strade per potersi esprimere". Quando però gli viene chiesto cosa abbia in comune con Matteo Renzi, a parte l'età, risponde con una metafora calcistica: "Renzi è tifoso della Fiorentina e io del Panathinaikos". La verità è che per Tsipras bisogna subito fermare le politiche di austerità per dare un ruolo alla sinistra.
E questa, fa intendere, è una lezione per la socialdemocrazia europea che non è più in grado di "rappresentare i gruppi sociali" di cui era prima espressione e punto di riferimento. La Grecia è stata un banco di prova dell'esito di queste politiche: "Prima il partito socialdemocratico aveva il 40-42 per cento, oggi ha difficoltà perfino a eleggere un eurodeputato". Il parallelismo con la Sicilia e il Sud d'Italia diventa subito lo spunto per una riflessione sulle responsabilità della classe dirigente che ha alimentato una politica di sprechi. Tsipras non nega che questo sia avvenuto ma il costo ora non può essere scaricato sugli elettori e sulle classi popolari. "Con il Sud - dice - la troika si è comportata come un macellaio. E i governi hanno fatto la parte degli assistenti. Ma la medicina è stata peggiore del male".
Caricamento commenti
Commenta la notizia