Lunedì 23 Dicembre 2024

Boom dei divorzi
per crisi del settimo anno

La famosa 'crisi del settimo anno' colpisce sempre di più i matrimoni in Italia, tanto che in 20 anni, tra il 1985 e il 2005, ''le unioni interrotte dopo sette anni da una separazione sono raddoppiate, passando dal 4,5% al 9,3%''. E' quanto raccontano i dati di una ricerca dell'Istat, dalla quale emerge, però, anche che ''i tassi di separazione e di divorzio, in continua crescita dal 1995, hanno una battuta d'arresto nel 2012'' e che sempre più italiani vanno all'estero, in particolare in Spagna, per arrivare alla rottura del legame coniugale in tempi più rapidi.

I risultati della ricerca parlano dell'Italia come di un Paese dove i ''matrimoni più recenti durano di meno'' con ''le nozze religiose'', tuttavia, che ''risultano essere più stabili''. A sopravvivere alla 'crisi del settimo anno', infatti, ''nel 2012, sono 933 matrimoni religiosi su 1.000 celebrati nel 2005 contro 880 su 1.000 matrimoni della stessa coorte celebrati con rito civile''. In totale, nel 2012 le separazioni ''sono state 88.288 e i divorzi 51.319, entrambi in calo rispetto all'anno precedente (rispettivamente -0,6% e -4,6%)''. In Italia, si legge ancora nella relazione dell'Istat, per i divorzi ''concessi nel 2012 l'intervallo di tempo intercorso tra la separazione legale e la successiva domanda di divorzio è stato pari o inferiore a cinque anni nel 62,3% dei casi''. In altri Paesi europei, invece, la tempistica è molto più rapida: includendo ''l'intero iter amministrativo e burocratico, la sentenza di divorzio si ottiene in circa sei o sette mesi''. Negli ultimi anni, dunque, spiega ancora l'Istat, ''si sta intensificando il ricorso da parte dei cittadini italiani allo scioglimento della propria unione coniugale in altri Paesi dell'Unione europea, riducendo così i tempi (e generalmente anche i costi) per l'ottenimento del divorzio e senza necessità di 'passare' per la separazione''. Uno di questi paesi è la Spagna, dove i divorzi che hanno riguardato cittadini italiani, chiarisce l'Istituto, ''sono stati quasi 500 nel 2012 e circa 2.000 nell'ultimo quinquennio''.

Le crisi coniugali colpiscono principalmente i quarantenni e i laureati: i mariti che si sono separati nel 2012, infatti, avevano un'età media di 47 anni e le mogli di 44 anni e la tendenza al divorzio è più alta per chi ha titoli di studio più elevati. E' quanto emerge dai dati di una ricerca dell'Istat che segnala anche come siano in aumento le separazioni al Sud e i divorzi tra coppie 'miste' di italiani e stranieri. Analizzando la distribuzione per età dei coniugi che si separano, l'Istat ha calcolato che ''la classe più numerosa'' è quella ''tra i 40 e i 44 anni per le mogli'' (19.036 separazioni nel 2012, il 21,6% del totale), mentre per i mariti quella tra i 45 e i 49 anni. Nel 2000, invece, spiega l'Istituto, ''il maggior numero delle separazioni ricadeva sia per i mariti sia per le mogli nella classe 35-39 anni''. L'età media dei divorziati, si legge nella ricerca, è aumentata negli anni ''per effetto della posticipazione delle nozze in età più mature e per la crescita delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne''. Nel 2012, inoltre, si sono ''registrate 4,7 separazioni per 1.000 uomini tra i 15 e i 64 anni che possiedono un alto livello di istruzione (laurea o altro titolo universitario) e solo 2,8 per coloro che hanno al massimo la licenza elementare''. Gli incrementi più consistenti delle separazioni ''si sono osservati nel Mezzogiorno, dove i valori sono più che raddoppiati (ad esempio, si è passati da 70,1 a 270,5 separazioni per 1.000 matrimoni in Campania e da 95,3 a 318,1 in Sardegna)''. Merita attenzione, secondo l'Istat, ''anche l'instabilità dei matrimoni fra coniugi di diversa cittadinanza''. Si tratta ''naturalmente di un fenomeno recente in Italia, così come quello della formazione delle unioni che coinvolgono cittadini stranieri''. Nel 2005, scrive l'Istat, sono state pronunciate nei tribunali italiani ''7.536 separazioni riguardanti 'coppie miste' di coniugi contro 4.266 concesse nell'anno 2000 e con un incremento pari al 76,7%''.

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