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Sarah: dalla scomparsa
al ritrovamento del corpo

Sarah Scazzi scompare nel nulla ad
Avetrana (Taranto) tra le 13.45 e le 14.30 del 26 agosto 2010.
Sarebbe dovuta andare al mare con la cugina Sabrina, ma le sue
tracce si perdono prima di arrivare a casa Misseri dopo essere
stata vista da alcuni testimoni percorrere il breve tratto di
strada (poche centinaia di metri) che separano la sua abitazione
dalla villetta in via Deledda. 
   Quattro giorni dopo la scomparsa si comincia a mobilitare un 
gruppo su Facebook per cercare di trovarla. Il 31 agosto gli 
investigatori cominciano ad avvalorare l'ipotesi di un
rapimento, tanto che in paese amici e conoscenti affiggono
manifesti con la foto della quindicenne. Il 2 settembre il
sindaco di Avetrana, Mario De Marco, lancia un appello: "Chi sa
qualcosa di Sarah parli". Il 6 settembre torna a farsi avanti
l'ipotesi di un allontanamento volontario per alcune frasi di
Sarah tratte dal web e dal diario; nello stesso giorno la mamma
di Sarah, Concetta Serrano, rivolge un appello al presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano perché ritrovino sua figlia.
Tre giorni dopo il Capo dello Stato assicura il massimo impegno
nelle ricerche; quella sera in paese si tiene una fiaccolata.
Per sensibilizzare l'opinione pubblica si mobilita anche il
mondo del calcio. Il 12 settembre uno striscione viene mostrato
in campo prima della partita Lecce-Fiorentina.
   Il 29 settembre Michele Misseri, zio di Sarah e padre di
Sabrina, riferisce di aver trovato il cellulare della ragazza in
un campo; il giorno dopo la cugina Sabrina viene ascoltata a
lungo dagli inquirenti. Il primo ottobre il procuratore di
Taranto commenta in modo lapidario il ritrovamento del
cellulare: "Non credo a coincidenze quando sono troppe". Il 2
ottobre, da un sit-in di compagni di classe di Sarah, spuntano
storie di dissidi tra Sarah e la cugina. Gli investigatori
cominciano a sospettare concretamente che sia accaduto qualcosa
tra Sarah e la famiglia Misseri. Il 6 ottobre, nella caserma del
comando provinciale dei carabinieri a Taranto, c'è un
interrogatorio fiume per Michele Misseri, la moglie Cosima
Serrano, e la figlia maggiore, Valentina. L'uomo alla fine
crolla e confessa: nelle campagne di Avetrana si cerca il
cadavere di Sarah.
   I resti della ragazzina vengono individuati, in un
pozzo-cisterna in contrada Mosca, nella notte tra il 6 e il 7
ottobre 2010, esattamente 42 giorni dopo la scomparsa della
15enne. Michele Misseri si accusa del delitto, dicendo di aver
strangolato la nipote in garage. Ma il 15 ottobre successivo
chiama in correità la figlia minore, Sabrina, che viene
arrestata, e il 5 novembre la accusa di aver ucciso Sarah,
confermando questo nel successivo incidente probatorio. Alla
fine del 2010 Michele Misseri torna in varie forme ad accusarsi
del delitto, ma gli investigatori non credono alle sue diverse
versioni e nel frattempo raccolgono indizi anche sulla moglie
dell'agricoltore e madre di Sabrina, Cosima Serrano, che viene
arrestata il 26 maggio 2011, accusata di concorso in omicidio e
sequestro di persona.

Sarah Scazzi scompare nel nulla ad Avetrana (Taranto) tra le 13.45 e le 14.30 del 26 agosto 2010. Sarebbe dovuta andare al mare con la cugina Sabrina, ma le sue tracce si perdono prima di arrivare a casa Misseri dopo essere stata vista da alcuni testimoni percorrere il breve tratto di strada (poche centinaia di metri) che separano la sua abitazione dalla villetta in via Deledda. Quattro giorni dopo la scomparsa si comincia a mobilitare un gruppo su Facebook per cercare di trovarla. Il 31 agosto gli investigatori cominciano ad avvalorare l'ipotesi di un rapimento, tanto che in paese amici e conoscenti affiggono manifesti con la foto della quindicenne. Il 2 settembre il sindaco di Avetrana, Mario De Marco, lancia un appello: "Chi sa qualcosa di Sarah parli". Il 6 settembre torna a farsi avanti l'ipotesi di un allontanamento volontario per alcune frasi di Sarah tratte dal web e dal diario; nello stesso giorno la mamma di Sarah, Concetta Serrano, rivolge un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché ritrovino sua figlia. Tre giorni dopo il Capo dello Stato assicura il massimo impegno nelle ricerche; quella sera in paese si tiene una fiaccolata. Per sensibilizzare l'opinione pubblica si mobilita anche il mondo del calcio. Il 12 settembre uno striscione viene mostrato in campo prima della partita Lecce-Fiorentina. Il 29 settembre Michele Misseri, zio di Sarah e padre di Sabrina, riferisce di aver trovato il cellulare della ragazza in un campo; il giorno dopo la cugina Sabrina viene ascoltata a lungo dagli inquirenti. Il primo ottobre il procuratore di Taranto commenta in modo lapidario il ritrovamento del cellulare: "Non credo a coincidenze quando sono troppe". Il 2 ottobre, da un sit-in di compagni di classe di Sarah, spuntano storie di dissidi tra Sarah e la cugina. Gli investigatori cominciano a sospettare concretamente che sia accaduto qualcosa tra Sarah e la famiglia Misseri. Il 6 ottobre, nella caserma del comando provinciale dei carabinieri a Taranto, c'è un interrogatorio fiume per Michele Misseri, la moglie Cosima Serrano, e la figlia maggiore, Valentina. L'uomo alla fine crolla e confessa: nelle campagne di Avetrana si cerca il cadavere di Sarah. I resti della ragazzina vengono individuati, in un pozzo-cisterna in contrada Mosca, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2010, esattamente 42 giorni dopo la scomparsa della 15enne. Michele Misseri si accusa del delitto, dicendo di aver strangolato la nipote in garage. Ma il 15 ottobre successivo chiama in correità la figlia minore, Sabrina, che viene arrestata, e il 5 novembre la accusa di aver ucciso Sarah, confermando questo nel successivo incidente probatorio. Alla fine del 2010 Michele Misseri torna in varie forme ad accusarsi del delitto, ma gli investigatori non credono alle sue diverse versioni e nel frattempo raccolgono indizi anche sulla moglie dell'agricoltore e madre di Sabrina, Cosima Serrano, che viene arrestata il 26 maggio 2011, accusata di concorso in omicidio e sequestro di persona.

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