L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, chiede agli Stati membri dell’Unione europea di «offrire urgentemente posti di ricollocamento a circa 150 persone soccorse in mare» che sono tuttora a bordo della nave della guardia costiera italiana «Diciotti». Nel frattempo, l’Unhcr esorta le autorità italiane a consentire lo sbarco immediato di coloro che sono a bordo.
La barca è ormeggiata in Italia nel porto siciliano di Catania dalla sera del 20 agosto e la maggior parte delle persone a bordo sono di paesi da cui provengono rifugiati. «Nel corso della storia, l’Europa ha riconosciuto il fondamentale obbligo morale e legale di venire in aiuto alle persone in fuga dalla guerra, dalla violenza e dalle persecuzioni», ha detto l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, «èg iunto il momento di porre fine al botta e risposta che ha visto i paesi competere in una corsa al ribasso su chi può assumersi la responsabilità minore per le persone soccorse in mare. E’ pericoloso e immorale mettere a rischio la vita dei rifugiati e dei richiedenti asilo, mentre gli Stati sono impegnati in un braccio di ferro politico per soluzioni a lungo termine».
L’Unhcr elogia gli Stati europei che si sono fatti avanti per accogliere le persone salvate dal Mar Mediterraneo, «evidenza dei vantaggi di un approccio collaborativo». Tuttavia «siamo preoccupati per le potenziali conseguenze di un continuo approccio 'ad hoc'. A giugno, una conclusione del vertice del Consiglio europeo era: «Sul territorio dell’Ue, coloro che sono salvati, secondo la legge internazionale, dovrebbero essere presi in carico, sulla base di uno sforzo condiviso». L’Unhcr continua pertanto «a incoraggiare fortemente accordi stabiliti e prevedibili nella regione mediterranea per lo sbarco delle persone soccorse in mare e sollecita gli Stati ad accelerare rapidamente gli sforzi per mettere in atto un tale accordo per affrontare questo tipo di situazioni».